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Mafia e colletti bianchi, 48 arresti a Catania

Blitz dei Ros che ha portato al sequestro di beni per 400 milioni. Nelle indagini coinvolti i vertici di cosa nostra etnea, politici e imprenditori. Scoperta una capillare rete collusiva nella pubblica amministrazione

CATANIA. Un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 48 indagati, tra esponenti di spicco di Cosa nostra e amministratori, è stata eseguita la notte scorsa da carabinieri del Ros tra Sicilia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Militari dell'Arma hanno anche sequestrato beni per circa 400 milioni di euro.
Il provvedimento, emesso dal Gip Luigi Lombardo su richiesta della Dda della Procura di Catania, riguardano esponenti di spicco di Cosa nostra, pubblici amministratori ed imprenditori del capoluogo etneo. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, omicidio, estorsioni e rapine.
Le indagini di carabinieri del Ros hanno ricostruito le recenti dinamiche di Cosa nostra etnea, documentandone gli interessi criminali e le infiltrazioni negli appalti pubblici, mediante una capillare rete collusiva nella pubblica amministrazione.
Contemporaneamente agli arresti militari dell'Arma hanno eseguito il sequestrato di beni per almeno 400 milioni di euro, comprendenti l'intero circuito economico di imprese, complessi commerciali, fabbricati e beni mobili dei sodalizi indagati.
L'inchiesta, denominata Iblis, è stata coordinata dal procuratore capo Vincenzo D'Agata, e dai magistrati della Dda Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino.

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