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Mafia, sequestro di beni: nel mirino imprese, una villa e appartamenti

L’operazione della polizia a Palermo. Sigilli anche a un complesso di 35 immobili

PALERMO. Al centro del maxi sequestro di beni nei confronti di Vincenzo Rizzacasa, c’è l’“Aedilia Venusta”, una delle aziende con cui l’imprenditore palermitano, nel 2005, ha acquistato una villa del ‘700 denominata “Villa barone lanterna”. Al di sotto di questa villa storica, in piazza Acquasanta, si trova una grotta attraversata da un corso d’acqua dalle particolari proprietà terapeutiche. Si tratta, infatti, dello stabilimento bagni minerali dei fratelli sacerdoti Pandolfo e della “Grotta della Madonna dell’Acquasanta”. Per questo complesso, nel 2009, l’imprenditore ha ottenuto una regolare concessione edilizia per la ristrutturazione dell’immobile e per la realizzazione di 15 lussuosi appartamenti e due studi professionali.
Altre tre imprese sono state sottoposte a sequestro. Si tratta dell’impresa immobiliare Sant’Anna Srl, costituita nel 2005, dell’impresa edile Verde Badia, costituita nel 2007, e dell’impresa edile individuale intestata al figlio Gianlorenzo Rizzacasa e costituita nel 1997. Tra i beni sequestrati anche un complesso di 35 immobili in via Badia, una decina di appartamenti.

Rizzacasa è stato arrestato nel giugno di quest’anno dalla Squadra Mobile di Palermo per i reati di trasferimento fraudolento di valori aggravato in concorso e riciclaggio aggravato. Rizzacasa avrebbe costruito negli anni un immenso impero economico. Da semplice preside di una scuola in provincia di Messina ha iniziato la scalata nel mondo dell'edilizia partendo da una piccola impresa intestata al figlio Gianlorenzo. La svolta nel 2005, con la creazione dell'Aedilia Venusta che gli
ha consentito di diventare uno degli imprenditori maggiormente impegnati nelle ristrutturazioni nel centro storico di Palermo. L'impresa si era aggiudicata la ristrutturazione degli ex Monopoli di Stato in via Generale di Maria.

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