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Anche il boss Messina comunicava coi “pizzini”

Quattro fogli scritti a macchina trovati in una tasca dei jeans che indossava. Il latitante appuntava i nomi delle aziende da contattare

FAVARA. Dopo la cattura del boss Gerlandino Messina le indagini dei carabinieri non si fermano. Quando il super latitante è stato arrestato, infatti, durante la perquisizione, i militari dell'Arma gli hanno trovato addosso, in una tasca dei jeans che indossava, quattro «pizzini», come si legge in un articolo di Concetta Rizzo sul Giornale di Sicilia. I fogli di carta, scritti a macchina e ripiegati, dovranno, adesso, essere analizzati e studiati. Da una semplice e veloce lettura, ai carabinieri non è sfuggito che in quei «pizzini» c'erano i nomi delle ditte da contattare.
Le aziende sarebbero quello che si stanno occupando dei lavori di raddoppio della strada statale 640, la Agrigento-Caltanissetta, e di ditte che dovrebbero realizzare il rigassificatore di Porto Empedocle.
Insomma, Cosa Nostra stava lavorando per mettere le mani su nuove opere pubbliche. La macchina da scrivere utilizzata per scrivere i pizzini sarebbbe una vecchia «Olivetti», che è stata trovata nel covo di via Stati Uniti a Favara e sequestrata.
Ma nell'appartamento situato alla periferia di Favara, posto sotto sequestro e piantonato ventiquattro ore su ventiquattro, i militari, coordinati dal colonnello Mario Di Iulio e dal maggiore Salvatore Leotta, hanno trovato anche un pc, alcune pen-drive e una infinità di carte, appoggiate su un tavolo da ingegnere.

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