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Omicidio di Sarah, la cugina resta in carcere Ecco l'ordinanza del Gip

Dal documento emesso dal giudice del tribunale di Taranto emergono particolari rilevanti del giallo di Avetrana

TARANTO. Sabrina Misseri resta in carcere. Lo ha deciso il gip del tribunale di Taranto Martino Rosati accogliendo la richiesta di misura cautelare avanzata dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero nei confronti della cugina di Sarah, accusata dal padre Michele Misseri, reo confesso, di aver partecipato all'omicidio della quindicenne di Avetrana.
Sono rimaste chiuse in casa ad attendere la decisione del gip di Taranto, Cosima e Valentina Misseri, mamma e sorella di Sabrina.
Anche oggi la villetta di casa dei Misseri ha le persiane chiuse; l'auto di famiglia, una Opel Astra, è parcheggiata all'interno della villetta. Davanti all'abitazione sono presenti diversi giornalisti, soprattutto televisivi.
Ampi stralci interessanti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Sabrina Misseri. Michele Misseri, lo zio di Sarah reo-confesso dell'omicidio della quindicenne di Avetrana, "é attendibile" e la sua ricostruzione dell'assassinio della ragazza è credibile, scrive, il gip del tribunale di Taranto, Mariano Rosati. Il gip, dunque, ha accolto la ricostruzione fornita dalla Procura, confermando che l'omicidio di Sarah è stato commesso nel garage della villetta di via Grazia Deledda.
Nell'ordinanza Rosati ritiene Michele Misseri altrettanto attendibile e credibile anche nella chiamata in correità fatta nei confronti della figlia Sabrina. Il giudice per le indagini preliminari ritiene che sia valida la prospettazione accusatoria fatta dalla procura secondo la quale Sabrina avrebbe trascinato nel garage di casa Sarah e l'avrebbe tenuta bloccata mentre il padre la strangolava.
Sempre secondo l’ordinanza, Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri e madre di Sabrina, avrebbe coperto i familiari responsabili. Anche per il giudice, dunque, i sospetti della Procura sul ruolo della mamma di Sabrina - che allo stato continua a non essere indagata - sono fondati.
Un altro aspetto della vicenda rilevante: il racconto fatto da Sabrina Misseri in relazione a quanto accaduto il 26 agosto nella villetta di Avetrana, dove è stata uccisa Sarah Scazzi, si contraddice più volte con le testimonianze sia della sua amica Mariangela Spagnoletti sia della madre Cosima.
Quella di Sabrina Misseri, inoltre,  scrive il Gip Rosati, è stata una "azione cruenta, protrattasi per lungo tempo fino a che Sarah non è caduta al suolo”. Sabrina, prosegue il Gip, "l'ha tenuta ferma impedendole di muoversi". Si tratta, conclude, "di un deciso contributo agevolatore dell'evento delittuoso".
Ordinanza che ricostruisce anche il modo in cui sarebbe stato commesso l’omicidio di Sarah, "uccisa nella cantina del garage con una corda": un reato che si è compiuto "in tre momenti". Secondo il Gip vi è "la volontà di realizzare l'evento  delittuoso, la consapevolezza di tutti i concorrenti" e "la coscienza e la volontà di contribuire al verificarsi del reato". Per il giudice Rosati, dunque, l'omicidio di Sarah è stata "un'azione preordinata più grave di quella programmata".
Potrebbero non essere le molestie di Michele Misseri le motivazioni dell'omicidio di Sarah Scazzi: dall'ordinanza si evince che la cugina di Sarah provava gelosia per il rapporto tra quest'ultima e Ivano Russo, cuoco e amico delle due ragazze. A pesare sulla posizione di Sabrina, ci sono anche i due verbali interrogatorio di Mariangela Spagnoletti, la sua amica. Un racconto che il gip definisce "importante" in particolare per quanto riguarda gli orari degli sms che le due si sono scambiate, per il fatto che Mariangela trovò Sabrina "in ansia" e perché mentre Sabrina dice che si trovava sulla veranda di casa quando arrivò l'amica, Mariangela sostiene invece che lei fosse in strada.
“Ma comunque non inguaiamo papà". E' il testo di un sms che Sabrina Misseri avrebbe inviato alla sorella Valentina dopo l'omicidio.
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Sabrina Misseri è un provvedimento ben articolato e meditato. E' la valutazione fatta conoscere da fonti investigative della procura a microfoni spenti. La difesa di Sabrina Misseri, rappresentata dagli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri, ha 10 giorni di tempo per ricorrere eventualmente al tribunale del riesame per far annullare o modificare il provvedimento restrittivo emesso dal giudice delle indagini preliminari.
Misseri "robusto contadino ha stretto al collo della esile nipote una corda per 5-6 minuti, insistendo nell'azione costrittiva anche dopo che la vittima si era già accasciata al suolo", scrive il gip nell'ordinanza. Le fasi dell'omicidio vengono temporalmente indicate tra le 14,25 e le 14,40 del 26 agosto scorso.
Gli avvocati di Sabrina hanno presentato alla cancelleria del gip Rosati richiesta di copia degli atti contenuti nel fascicolo d'indagine per partecipare lunedì prossimo alle operazioni peritali presso il Ris di Roma. Si tratta di operazioni relative agli accertamenti sul cellulare della vittima e sull'auto Seat Marbella che lo zio di Sarah avrebbe utilizzato per trasportare il corpo. I legali, gli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri, hanno chiesto inoltre copia degli atti relativi all'autopsia eseguita sul cadavere e degli atti relativi al provvedimento di fermo di Sabrina.

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