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Palermo, studenti cristiani e musulmani per master sulla pace

PALERMO. Sono trentaquattro ragazzi libanesi e palestinesi, cristiani e musulmani, che hanno concluso oggi il master in "Pace e sviluppo", promosso dal ministero degli Affari esteri in collaborazione con l'Ateneo di Palermo e altre Università italiane. Ragazze con il chador e ragazze con lunghi capelli colorati, studenti osservanti e non: tutti giovani che hanno alle spalle l'esperienza del conflitto politico, religioso, militare.    Venti di loro, infatti, i libanesi, arrivano dalle Università di Beirut e Krasnik, quattordici, i palestinesi, sono studenti della West Bank, i territori occupati, chi da Ramallah, chi da Nablus. "Spero che questa esperienza - ha detto il rettore Roberto Lagalla - possa essere utile per il vostro futuro e per il futuro dei vostri Paesi. Le Università sono chiamate a costruire persone, e attraverso di loro a promuovere pace e tolleranza, che non sono concetti astratti, ma i risultati di un impegno personale e collettivo".  "Abbiamo imparato tanto, ci siamo divertiti, contiamo in un prossimo futuro che si possa organizzare un master sulla pace in Palestina", ha detto una ragazza in chador. "I fenici, fondatori di Palermo, sono partiti proprio dalle coste dell'attuale Libano, ci piace pensare che questo legame ci unisca ancora", ha aggiunto una studentessa di Beirut. I ragazzi hanno preso alloggio all'Hotel de France e hanno mangiato alla mensa universitaria. Con loro, gli studenti dei corsi magistrali di Cooperazione e sviluppo dell'Ateneo di Palermo, che li hanno portati in giro in città. Stasera una festa a Santa Chiara in loro onore.

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