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Autopsia bandito Giuliano: i pm incaricano medico legale

L'esame è stato affidato al dottor Livio Milone. Il suo compito sarà quello di vedere se sia ancora possibile estrarne il Dna e procedere poi ad un eventuale confronto con i suoi discendenti

PALERMO. I pm della Dda di Palermo hanno affidato al medico legale Livio Milone l'incarico di far riesumare e di eseguire una nuova autopsia sulla salma del bandito Salvatore Giuliano, per vedere se sia ancora possibile estrarne il Dna e procedere poi a un eventuale confronto con il codice genetico dei discendenti ancora in vita dello stesso Giuliano. Il capo della banda che insanguinò le montagne attorno al capoluogo dell'Isola, rendendosi responsabile anche della strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947), venne ufficialmente ucciso nel luglio del 1950, ma un esposto presentato dallo storico Giuseppe Casarrubea ha messo in dubbio che il cadavere sepolto nel cimitero di Montelepre (Palermo) sia quello del bandito.


Per merito del giornalista Tommaso Besozzi (autore di un celeberrimo e memorabile articolo-inchiesta, pubblicato sull'Europeo del 5 luglio 1950, dal titolo "Di sicuro c'é solo che è morto") era già stata smontata la versione ufficiale dell'uccisione in un conflitto a fuoco con i carabinieri e si era aperta la strada perché venisse fuori la verità, e cioé che Giuliano era stato assassinato a sangue freddo e a tradimento dal cugino, Gaspare Pisciotta, poi a sua volta ucciso da un caffé al veleno, nel carcere palermitano dell'Ucciardone. Ora viene meno anche l'unica sicurezza espressa da Besozzi, che il cadavere lo vide con i suoi occhi, e cioé che Giuliano sia realmente stato ucciso.   


Stamattina i magistrati hanno disposto che Milone, docente di Medicina legale al Policlinico palermitano, provveda a far riesumare il cadavere, operazione che avverrà nei prossimi giorni, compatibilmente con l'ormai imminente Commemorazione dei Defunti. L'incarico è stato affidato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Marcello Viola, Paolo Guido e Lia Sava. Sempre stamattina sono stati ascoltati altri due testimoni, un colonnello del Ros dei carabinieri che ha eseguito alcuni accertamenti e il nipote di Giuliano, Antonio Sciortino. L'unica ipotesi di reato per la quale si può indagare, perché ancora non coperta dalla prescrizione, è quella dell'omicidio di uno sconosciuto, il cui corpo sarebbe stato fatto passare per quello di Giuliano.

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