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Papa a Palermo, mistero sull'utilizzo del Foro Italico

Dopo l'interrogazione del Pd, risalente all'11 agosto, su tutte le autorizzazioni del caso, arriva la risposta. "Non ci è arrivata nessuna richiesta". Poco dopo il dietrofront: "Il via lo ha dato il sindaco in persona"

PALERMO. Le polemiche sulla visita del Papa a Palermo, prevista per il prossimo 3 ottobre, sembrano voler non finire mai. Dopo i conti fatti in tasca a Comune e Regione e i 2,5 milioni che sarebbero necessari per accogliere il pontefice nel capoluogo siciliano, adesso è il prato del Foro Italico, luogo dovre dovrebbero avvenire le principali cerimonie, a creare il caso. Chi ha dato il benestare per il suo utilizzo? La domanda non è nuova, visto che il consigliere del Pd, Salvatore Orlando, l'11 agosto scorso, chiedeva di sapere se sono state rilasciate tutte le previste autorizzazioni, se l'amministrazione comunale si è munita di un parere tecnico sulla possibilità che il prato possa sopportare la presenza contemporanea di centinaia di migliaia di persone e se l'amministrazione ha chiesto agli organizzatori dell'evento tutte le condizioni a tutela del prato e ha inserito eventuali clausole per il pagamento di eventuali danni.


Adesso è arrivata anche la risposta da parte del Comune. Cinque righe, risalenti al 17 settembre scorso: «Si comunica - scrivono l'assessore al Verde, Francesca Grisafi, e il dirigente Domenico Musacchia - che lo scrivente ufficio ad oggi non ha ricevuto alcuna comunicazione circa autorizzazioni o permessi. Inoltre, non sono state concesse autorizzazioni da parte del nostro settore per alcun uso del prato del Foro Umberto primo e che si attendono incontri di natura organizzativa con i settori coinvolti per l'importante manifestazione». La domanda a questo punto sorge spontanea. A nemmeno 12 giorni dall'arrivo del Papa, chi ha dato questa benedetta (mai parola fu più appropriata) autorizzazione? A quanto pare è stato il sindaco in persona, Diego Cammarata, come ha confermato lo stesso ufficio. Ed è stato lo stesso primo cittadino, a quanto pare, a chiedere un sistema per tutelare il delicato equilibrio del prato del Foro Italico. E se non dovesse funzionare, in caso di danni sarà il Comune stesso a fare da garante. Il mistero sulla comunicazione, però, resta tutto.

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