TRAPANI. Per gli investigatori della Dia l'attività imprenditoriale di Vito Nicastri, cui sono stati sequestrati beni per 1,5 miliardi di euro, è quella "dello sviluppatore, figura professionale tipicamente italiana che consiste nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici, con ricavi milionari, considerato che ogni megawatt prodotto è venduto a circa 2 mln di euro".
Le indagini si sono focalizzate sulla "vicinanza" dell'imprenditore a noti esponenti mafiosi, e "su relazioni con le consorterie criminali operanti nel messinese, nel catanese ed anche con la 'Ndrangheta calabrese, in particolare con le 'ndrine di Platì, San Luca ed Africo del reggino, aspetti questi che caratterizzano in modo significativo il contesto in cui l'aggressione patrimoniale odierna si inserisce".
Sono stati sequestrati: 43 società di capitali, anche con partecipazioni estere, operanti prevalentemente nel settore eolico e fotovoltaico, intestatarie, tra l'altro di centinaia di appezzamenti di terreno ubicati nelle province di Trapani, Palermo, Reggio Calabria, di numerosi beni mobili, immobili e conti correnti; un centinaio di beni immobili (terreni, palazzine, ville con piscina, magazzini), ubicati nelle province di Trapani e Catanzaro; diverse autovetture di grossa cilindrata e un lussuoso catamarano di circa 14 mt; oltre 60 rapporti finanziari (conti correnti, depositi a risparmio, depositi titoli, polizze assicurative).
Trapani, per Nicastri legami anche con la 'Ndrangheta
Le indagini si sono focalizzate sulla "vicinanza" dell'imprenditore a noti esponenti mafiosi e a criminali operanti nel Messinese, Catanese e Calabrese
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