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Tunisino ucciso, si indaga su un giro di spaccio

Si scava nel passato di Oussema Jelassi che era stato arrestato 10 mesi fa per possesso di hashish. Più lontano il movente passionale

PALERMO. Un regolamento di conti finito male. Un avvertimento sfuggito di mano, che si è trasformato in omicidio. Si fa sempre più lontana l’ipotesi di un movente passionale nell’uccisione del tunisino Oussema Jelassi, il ventiseienne morto a seguito di un incendio appiccato giovedì notte nella sua abitazione di via Parrocchia dei Tartari, a due passi dalla stazione centrale. Accertata l’ipotesi dolosa (sulla scena del delitto sono state ritrovate tracce di liquido infiammabile), adesso gli inquirenti della sezione omicidi della squadra mobile sono a lavoro nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita del nordafricano e soprattutto i possibili mandanti ed esecutori dell’omicidio.


Intanto, sono cominciati i primi interrogatori e ad essere stati ascoltati sarebbero il fratello della vittima, che lavora come pizzaiolo in una taverna improvvisata in un palazzo della zona, e altri conoscenti di Jelassi. Non è ancora stato possibile ascoltare, invece, Woldu Mulmwongel, la compagna ventiquattrenne del tunisino che si trovava in casa con lui al momento dell’incendio ma che è riuscita a salvarsi trovando rifugio nel bagno dell’abitazione. E’ infatti ancora nella prima rianimazione del Civico, in prognosi riservata, in attesa di essere trasferita in reparto dopo due sedute di camera iperbarica a cui è stata sottoposta negli ultimi due giorni. L'articolo completo nell'edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 29 agosto 2010

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