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Mafia, dallo Stato 100 milioni per i beni confiscati

In arrivo i finanziamenti del Pon Sicurezza. Richieste in aumento anche in Sicilia. "I fondi ci sono - dice il responsabile, il prefetto Nicola Izzo - ma bisogna presentare progetti che pensino al futuro"

PALERMO. Dallo Stato 100 milioni da investire in beni confiscati. Arriva il “Pon Sicurezza”, che servirà a finanziare decine di attività, prima di tutto quelle avviate nei locali che un tempo furono di Cosa Nostra, come l’ex casa di Provenzano, diventata un presidio di legalità. Un patrimonio dunque da reimpiegare per usi sociali in quelle regioni (come la Sicilia) dove il peso specifico della criminalità organizzata è maggiore. Se ne parla sul Giornale di Sicilia in edicola oggi, in un’intervista realizzata da Leopoldo Gargano al responsabile del “Pon”, il prefetto Nicola Izzo, vice capo vicario della polizia.


“Con il passare dei mesi arrivano sempre più richieste di finanziamento – dice Izzo – solo che devono essere dei progetti in linea con le direttive dell’Unione Europea, quindi devono essere sostenibili, cioè deve avere una funzione sociale e deve reggersi in piedi da sola, anche dopo il finanziamento, un po’ come è successo con la bottega che è stata aperta nell’immobile confiscato a Bernardo Provenzano e consegnata dal ministro dell’Interno Maroni lo scorso Ferragosto a Corleone”. Dal Prefetto arriva anche una considerazione importante sulla lotta alla criminalità: “Il lavoro è la strada migliore – dice Izzo - Il concetto è di non fare assistenzialismo, bensì fornire occasioni per lo sviluppo. In sostanza non regaliamo il pesce, ma forniamo la canna da pesca”. Il resto dell’intervista nell’edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 25 agosto 2010

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