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Palermo, allarme "alga tossica"

Secondo Arpa Sicilia ad essere infestato dalla Ostreopsis ovata sarebbe il tratto di costa compreso tra Vergine Maria e Aspra. Per i bagnanti rischio allergie

PALERMO. Come se non bastassero l'onnipresente afa e il degrado di gran parte delle spiagge palermitane, adesso a preoccupare i bagnanti del litorale del capoluogo isolano ci si mette pure la Ostreopsis ovata. Cos'è? Una particolare microalga diffusa nel Mediterraneo, che in queste settimane di caldo sta infestando le acque che da Vergine Maria corrono fino ad Aspra, esponendo i bagnanti al rischio di reazioni allergiche di non poco conto. Due sforamenti dei limiti previsti per legge in quindici giorni nel solo tratto di mare che costeggia la borgata di Vergine Maria, con casi registrati anche a Isola delle Femmine, Capaci e Aspra. A destare l’allerta sulla presenza nei nostri mari della cosiddetta alga tossica è il direttore generale dell’Arpa Sicilia, Sergio Marino: “Si tratta di una particolare specie di alghe diffusa in tutto il Mediterraneo – spiega – che è stata trasportata fino a qui dalle navi mercantili. Scaricando dalla zavorra l’acqua caricata in altri porti, le imbarcazioni hanno finito per infestare anche il litorale palermitano”. Quello della Ostropsis ovata rimane, però, un fenomeno prevalentemente estivo: “E’ nei mesi caldi – sottolinea il direttore generale dell’Arpa Sicilia – che si verifica il bloom algale, ossia una fioritura delle alghe legata proprio alle alte temperature e al mare abbastanza statico”. Senza onde e con il caldo, dunque, la microalga trova il suo terreno fertile per attecchire: “Può anche succedere però – continua Marino – che si sviluppi in tratti di mare particolarmente nutriente, come quello a ridosso degli scarichi fognari”. Così, ad essere infestata dalla presenza della Ostreopsis ovata è la fascia costiera, quella più vicina alla riva e dunque ai bagnanti: “Per effetto del moto ondoso – dice Sergio Marino, dirigente dell’Arpa Sicilia – le alghe di questa specie si spiaggiano e, a causa della dispersione per aerosol, finiscono per diffondersi nell’aria sottoforma di sostanze tossiche e nocive per i bagnanti, o comunque per chi vi entra in contatto”. Nei soggetti predisposti, infatti, il rischio è che dal contatto olfattivo con la Ostreopsis ovata scaturiscano delle forti reazioni allergiche, che possono tradursi in febbre, infiammazione delle mucose o delle vie aeree. In quest’ultimo caso, si tratta di veri e propri attacchi d’asma dove i bronchi, in una sorta di autodifesa dall’agente esterno, si chiudono e non permettono il passaggio dell’aria. “Quest’anno – continua Marino – attraverso le nostre analisi a campione, abbiamo registrato diversi sforamenti del numero massimo di cellule di alga Ostreopsis ovata consentite per legge”. Sopra la soglia delle diecimila unità scatta l’allarme. “E’ successo fino alla scorsa settimana, e per ben due volte in quindici giorni, nelle acque di Vergine Maria – spiega il dirigente dell’Arpa Sicilia – ma pure ad Aspra circa due settimane fa. Non sono rimaste indenni neppure le spiagge di Isola delle Femmine e Capaci. Alcuni casi si sono registrati persino a San Vito, anche se lo scorso mese”. L’unica zona franca che sembra salvarsi dall’attacco dell’alga Ostreopsis ovata è quella del litorale di Mondello: “Lì non è mai arrivata – conclude l’esperto – forse perché non ha trovato il luogo più adatto per una sua colonizzazione”.

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