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Palermo, detenuto in coma: la moglie accusa

Dino Naso, 41 anni, si è sentito male lo scorso mercoledì. I familiari: "Ritardo nei soccorsi"

PALERMO. La moglie di un detenuto nel carcere Ucciardone di Palermo, Dino Naso di 41 anni in coma dopo avere avuto un infarto in cella, ha dato mandato all'avvocato Enrico Tignini di presentare querela in Procura nei confronti del penitenziario ipotizzando responsabilità del personale per quanto accaduto al marito.    L'uomo doveva scontare due anni per spaccio di droga ed era detenuto dallo scorso gennaio. "Non aveva alcuna patologia, non era un drogato e fino a martedì, all'ultimo colloquio, era sereno", ha detto a la Repubblica di Palermo la moglie, Giovanna Cappello, madre di quattro figli.    


L'uomo si sarebbe sentito male mercoledì scorso e avrebbe chiesto alle guardie giurate di poter uscire dalla cella, che condivideva con altre otto persone, per il troppo fumo da sigarette. All'improvviso si sarebbe accasciato, un medico ha cercato di rianimarlo, poi è stato trasferito con un ambulanza del 118 nell'ospedale Buccheri La Ferla. Secondo i familiari, il personale del carcere sarebbe intervenuto in ritardo e sostengono che dal trasferimento dal carcere in ospedale sono trascorse due ore. Replica il direttore vicario dell'Ucciardone, Carmen Rosselli: "Abbiamo garantito la massima assistenza, il detenuto era in preda a una crisi respiratoria e ha lasciato la cella con le sue gambe".

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