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Palermo, Barcarello: la riserva che migliora ma non guarisce

Pezzi di vetro nascosti tra i ciottoli della spiaggia. Ancora degrado nella borgata marinara del capoluogo isolano

PALERMO. Barcarello migliora ma non guarisce. Gli amanti della riserva e della bella stagione affollano numerosi la spiaggia, fanno il bagno in uno splendido mare ma sono costretti a fare i conti con i cocci di vetro tra le pietre. E così se da un lato c’è chi non rinuncia a fare il bagno a Punta Barcarello, c’è anche chi punta il dito contro il disinteresse delle istituzioni ma anche degli stessi palermitani.
Nella riserva nuova tappa del camper del Giornale di Sicilia, tra testimonianze di un miglioramento che si vede ma in una strada ancora in salita. I bagnanti, prima di stendere un telo, sono costretti a camminare sui resti di sfabbricidi che dagli anni Sessanta occupano i primi metri dell’ingresso della riserva. A fare loro compagnia, in acqua, invece, una grande boa gialla diventata ormai simbolo del degrado. E così un piccolo golfo dalle enormi potenzialità turistiche resta in un cantuccio a fare i conti con le proteste di chi lo frequenta. “Vengo qui da una ventina d’anni – racconta Marianna Anello – e adoro questo posto. Ci sono troppi vetri rotti, servirebbe una maggiore pulizia. Ma la colpa è anche di noi tutti, gli stessi bagnanti non dovrebbero sporcare”. È la prima volta invece per Loredana Bertoncini: “Non ero mai stata qui e lo trovo molto bello, però – ammette mentre conserva i rifiuti dello spuntino in un sacchetto ai piedi del telo mare – servirebbe più cura, non c’è neppure un cestino”. Dei contenitori per i rifiuti vengono sollecitati anche da Maria Di Prima:  “Sarebbe un modo – dice – per spingere i bagnanti a non abbandonare le bottiglie di vetro sulla spiaggia”. Un assiduo frequentatore di Punta Barcarello è anche Giovanni Cesare Failla che analizza punto per punto quello che non va. “Per vietare l’ingresso alle auto hanno sistemato una cordigliera di pietre all’ingresso della riserva. Una trovata a dir poco pericolosa – spiega – visto che l’altro giorno mia moglie ha inciampato e si è fatta male alla caviglia”. Ma l’ingresso, con le pietre ammonticchiate, non è interdetto solo alle auto. “È inconcepibile – aggiunge Failla – che non possa passare neppure un’ambulanza. In casi di emergenza è difficile prestare soccorso. Qualche giorno fa un uomo è stato portato via dalla riserva in braccio, per poi raggiungere l’ambulanza”. E sempre in tema di soccorso, altra nota dolente è la cassetta di primo soccorso, aperta, senza assortimento di medicine, con appena una confezione di bambagia.
Di un comodo lettino al posto telo mare disteso sulle pietre, vorrebbe usufruire Angelo Messana, a patto che i costi siano contenuti e non diventi un business. “Sarebbe bello attrezzare quest’area – dice – stabilendo però dei prezzi equi. Mancano inoltre un bagnino e dei bagni chimici. La spiaggia dovrebbe essere più pulita e più curata”. Niente lettini ed ombrelloni, invece, secondo Margherita D’Antoni: “Questa – afferma – è una riserva, non un lido balneare. Ci vuole di certo più cura, fino a due settimane fa era una discarica”. “Quest’anno – aggiunge Leonardo Addamiano, residente amante di Barcarello – non entrano più le auto e un uomo della forestale vigila sull’ingresso”.
Di potenzialità turistiche non sfruttate parla invece Giovanni D’Aiello, intento a prendere il sole con l’amico Antonino Ilardi. “È un’area che qualunque regione vorrebbe avere. Ma mancano i servizi igienici e una passerella  in legno per raggiungere il mare senza calpestare pietre e cocci di vetro. Inoltre – aggiunge – non sarebbe male pensare a un piccolo chiosco con delle bibite fresche per dissetarsi sotto il sole cocente”.

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