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Mazara, pescivendolo arrestato per omicidio

Giuseppe Marrone, 44 anni, è accusato dell'uccisione di Giuseppe Cucchiara, scomparso il 13 gennaio e trovato cadavere il 19 aprile

MAZARA DEL VALLO.  I carabinieri di Mazara del Vallo, in esecuzione di un decreto di fermo disposto dal sostituto procuratore di Marsala Giacomo Brandini, hanno arrestato Giuseppe Marrone, pregiudicato e sorvegliato speciale. L'uomo, 44 anni impegnato nel commercio di pesce al dettaglio, è accusato di omicidio aggravato premeditato ed occultamento di cadavere.    
Secondo gli inquirenti avrebbe ucciso Giuseppe Cucchiara, il disoccupato con precedenti per reati contro il patrimonio e per stupefacenti, scomparso da casa il 13 gennaio e rinvenuto cadavere alla foce del fiume Mazaro, dentro al cantiere navale 'Giacalone', il 19 aprile. Marrone avrebbe premeditato il delitto da almeno tre anni, quando venne liberato dopo averne trascorso otto di detenzione per spaccio di stupefacenti nell'ambito di un procedimento penale in cui Cucchiara, anche lui coinvolto, avrebbe rilasciato dichiarazioni che ne aggravarono la posizione. Inoltre, gli investigatori hanno scoperto che Marrone avrebbe avuto un debito con la vittima di cinquemila euro. Fu la moglie a denunciare la scomparsa di Cucchiara, e i carabinieri ipotizzarono subito che l'uomo fosse stato ucciso. Secondo gli investigatori, la vittima sarebbe stata attirata in un tranello: tramite un amico comune, Marrone lo avrebbe indotto a presentarsi a un appuntamento e dopo averlo condotto in auto sino a una casa abbandonata, in località Tonnarella, lo avrebbe ucciso.    
L'omicidio è stato compiuto con due fucili da sub con cui la vittima, di 43 anni, è stata colpita più volte al torace e alla schiena. Tra uno sparo e l'altro, almeno quattro, l'omicida, secondo i carabinieri, con la vittima ancora in vita avrebbe estratto gli arpioni dal suo corpo per ricaricare nuovamente i fucili ad aria compressa. Poi, dopo avere avvolto il cadavere in due sacchi per la spazzatura, lo avrebbe messo in auto e se ne sarebbe sbarazzato gettandolo in mare. Le armi del delitto, che non sono state ancora recuperate, sarebbero state gettate nelle acque del porto nuovo, nei cui fondali in questi giorni si stanno effettuando delle ricerche.

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