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Delitto Claps, non sono di Restivo i due dna isolati nella chiesa

Lo hanno stabilito i periti genetisti dell'Istituto di medicina legale dell'Università cattolica di Roma. L'imputato è anche accusato dell'omicidio di una sarta inglese

ROMA. I due diversi dna maschili isolati tra i reperti del sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza - per 17 anni tomba della studentessa  Elisa Claps - non sono di Danilo Restivo, ritenuto presunto responsabile dell'omicidio della ragazza. Lo hanno stabilito i periti genetisti coordinati dal professor Vincenzo Pascali, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università cattolica di Roma, che hanno concluso le analisi genetiche ed hanno trasmesso la loro consulenza al gup di Salerno, che l'aveva disposta durante l'incidente probatorio. Il lavoro dei periti è stato oltremodo complesso. Essi, infatti, hanno dovuto esaminare centinaia di reperti alla ricerca di un qualsiasi profilo genetico. Alla fine, due diversi Dna sono stati estratti da residui di liquido seminale isolati su un materasso che era nel sottotetto, un terzo Dna da residui di sperma trovati in uno strofinaccio sequestrato nei locali del centro culturale Newman, che ha sede nei locali della canonica sottostanti al sottotetto. Due dei Dna - uno proveniente dai residui isolati dal materasso, l'altro da quelli dello strofinaccio - sono risultati sovrapponibili e, dunque, di una stessa persona. Il terzo Dna è risultato diverso dai primi due, e, dunque, di un'altra persona. "Una squallida alcova", aveva definito la famiglia Claps, quel sottotetto della Chiesa, dopo aver conosciuto l'esito delle indagini dei periti. Estratti i due profili genetici, i periti si sono concentrati sugli oggetti personali sequestrati in Inghilterra, al momento dell'arresto, a Danilo Restivo, che si era rifiutato di sottoporsi all'esame del Dna. Da una tazza e da un bicchiere dell'uomo è stato estratto il profilo genetico dell'indagato che è stato poi confrontato, con esito negativo, con i due Dna estratti tra i reperti del sottotetto. I difensori di Restivo, Stefania e Mario Marinelli, non hanno commentato l'esito della perizia, favorevole all'indagato, mentre ha mostrato indifferenza il legale della famiglia Claps, Giulia Scarpetta. "Non c'era dubbio che non fosse suo quel dna", ha detto. "Che si trovino tracce del dna di Restivo nel sottotetto è, secondo me, improbabile e, come ho più volte detto, del tutto inessenziale. Gli elementi a carico di Restivo e la sua firma sull'efferato delitto di Elisa risiedono in tutte le altre prove già acquisite, non ci serve di più e non ci aspettiamo di più ".

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