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Mafia, confisca da 50 milioni a imprenditori di Messina

Il provvedimento riguarda beni di proprietà dei fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, ritenuti esponenti di spicco di un gruppo criminale affiliato al clan del boss Giacomo Spartà

MESSINA. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Messina ha disposto, su richiesta della Dia, la confisca di beni per un valore complessivo di 50 milioni di euro di proprietà dei fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, ritenuti esponenti di spicco di un gruppo criminale affiliato al clan del boss mafioso Giacomo Spartà. Grazie a questi rapporti i due fratelli avrebbero costruito un impero economico, attraverso il monopolio nel settore della produzione di calcestruzzo e movimento terra a Messina, incrementando il proprio volume di affari del 1000% in pochi mesi.
I beni confiscati erano stati sequestrati il 24 giugno del 2009 dalla Dia di Messina. Si tratta di quote sociali di cinque società, 39 immobili, tra cui terreni, ville e appartamenti, 40 mezzi, tra cui camion, betoniere, trattori, fuoristrada, autovetture e moto di grossa cilindrata, due impianti di produzione di calcestruzzo completi di silos, nastri trasportatori ed altri macchinari, 20 rapporti bancari e polizze assicurative per oltre 200 mila euro, un terreno con annessa una lussuosa villa.
Nel corso delle indagini, agenti della Dia hanno scoperto anche gravi irregolarità legate alle forniture di calcestruzzo, che in molti casi sarebbe stato "depotenziato".

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