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Pizzo a Palermo, c’è chi paga anche 18 mila euro l’anno

In cima alla lista di chi versa di più il negozio di abbigliamento Giglio, poi l’hotel Politeama. I particolari svelati dai pentiti Manuel Pasta e Maurizio Spataro

PALERMO. Il negozio Giglio in via Libertà, Divincibo di via XII Gennaio, l’Hotel Politeama di piazza Politeama. Comincia così la lista degli esercizi commerciali costretti a pagare di più il pizzo a Palermo. Diciottomila euro l’anno per lo storico negozio di abbigliamento pagati alla mafia, pagamenti che cessarono in corrispondenza dell’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Due rate da tremila euro nell’arco di tre settimane è la “tassa” pagata dalla famiglia Pizzo, titolare di Divincibo (punto di riferimento per chi ama l’enogastronomia di qualità). Sempre due rate, ma da seimila euro ciascuna pagate a Pasqua e a Natale, erano imposte all’Hotel Politeama.
Questa la ricostruzione da parte dei pentiti Manuel Pasta e Maurizio Spataro, che hanno rivelato molti particolari sulla lista di negozi che versavano somme ingenti. Tutti i particolari e gli altri negozi sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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