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Lari: "I boss di Gela cercavano l'aiuto della Juve"

Il procuratore della Repubblica di Caltanissetta: "Cosa nostra voleva gestire la squadra di calcio locale attraverso amicizie con un famoso dirigente del club bianconero"

GELA. "Oltre a decapitare i vertici del Conapro, il consorzio di imprese e cooperative dell'indotto dell'Eni a Gela, Cosa nostra voleva gestire la squadra di calcio Juveterranova, avendo il progetto di costituire una joint venture con la Juventus, attraverso amicizie e conoscenze che un boss vantava con un famoso dirigente della squadra bianconera".
L'ha detto il procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Sergio Lari, alla conferenza stampa sull'operazione antimafia 'Leonina Societas', eseguita in nottata, a Gela.    
Lari non ha fatto il nome del dirigente, che però è contenuto nel dossier degli inquirenti e nelle ordinanze di custodia cautelare notificate agli imputati. Si tratterebbe di Roberto Bettega, ma nulla esclude che possa trattarsi di un caso di millantato credito.     
Secondo il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Domenico Gozzo, "la famiglia mafiosa su cui sono state condotte le indagini di questa inchiesta non è un'associazione di pecorai o di mangiacicoria: ci troviamo di fronte a una criminalità organizzata in grado di pianificare i suoi affari, di penetrare nell'economia sana del territorio, di controllare e gestire gli appalti e persino di cercare il consenso sociale attraverso la maggiore squadra di calcio della città".

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