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Ciancimino: "Dai deputati quasi una minaccia"

Il figlio dell'ex sindaco di Palermo sull'interpellanza presentata al ministro Alfano: "Pensino ai parlamentari inquisiti e condannati". Oggi un'audizione sul 'signor Franco'

PALERMO. "Invece di preoccuparsi dei deputati inquisiti e condannati, anche per mafia, i politici scrivono al ministro della Giustizia per sapere se sono indagato. E proprio in un momento in cui sto cercando di fare chiarezza su coinvolgimenti istituzionali in fatti gravi. Sembra quasi una minaccia". Così Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, ha commentato l'interpellanza presentata al Guardasigilli da 54 deputati che hanno chiesto di sapere se ci sono indagini per mafia a suo carico.
Intanto oggi è durato quasi cinque ore l'interrogatorio di Ciancimino junior sentito dai pm di Caltanissetta Sergio Lari e Domenico Gozzo nei locali della Dia di Palermo. Al centro della sua audizione l'identità del  'signor Franco', l'agente dei servizi segreti che avrebbe preso parte alla trattativa tra Stato e mafia nel periodo delle stragi del '92 che ancora non ha un nome.    
Ieri ai magistrati della Dda di Palermo Ciancimino aveva consegnato un vecchio cellulare che avrebbe in rubrica tre numeri - due fissi e un cellulare - ai quali avrebbe contattato lo 007. Una delle utenze sarebbe intestata a un ufficio dell'ambasciata americana a Roma. L'interrogatorio è stato secretato.

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