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Omicidio Mattei, coinvolta la mafia di Gela

A rivelarlo il pentito Antonio La Perna che ha detto: "Uccisione commissionata dal boss di Riesi e affidata ai clan catanesi"

PALERMO. La mafia di Gela sarebbe stata coinvolta nel progetto di omicidio del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, morto in un disastro aereo nel 1962 nei pressi di Pavia. Lo ha rivelato il pentito gelese Antonio La Perna che ha deposto al processo per l'uccisione del giornalista palermitano Mauro De Mauro. Per la scomparsa e l'eliminazione del cronista de L'Ora è imputato, davanti alla corte d'assise di Palermo, il boss Totò Riina. Una delle piste investigative seguite per ricostruire movente e mandanti dell'assassinio di De Mauro ruota proprio attorno alla morte di Mattei. Il giornalista, secondo una delle ricostruzioni fatte dall'accusa, potrebbe essere stato eliminato per avere scoperto i retroscena dell'omicidio Mattei su cui svolgeva ricerche per conto del regista Francesco Rosi. Il pentito ha raccontato di essere stato incaricato dal capo della sua famiglia mafiosa di procurare armi e uomini per un delitto commissionato dal boss di Riesi Giuseppe di Cristina. A La Perna inizialmente non si disse chi doveva essere la vittima. Successivamente, però, dal capomafia arrivò il contrordine e al pentito fu detto che l'omicidio sarebbe stato affidato ai clan catanesi perché si sarebbe dovuto usare l'esplosivo e la cosca etnea era più "adatta" al compito. Dopo l'attentato a Mattei La Perna apprese che era il presidente dell'Eni la vittima che, prima i gelesi, poi i catanesi, avrebbero dovuto eliminare. Il collaboratore ha ricordato solo nel 2009 la vicenda, leggendo sui giornali la cronaca del processo De Mauro e ha chiesto di esser sentito dai magistrati. Dopo l'esame di La Perna, il processo è stato rinviato al 21 maggio.

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