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La tragedia di Gela, ecco perchè è stata assolta la mamma

Assolta perchè incapace di intendere e di volere. Questa la decisione del Gip del tribunale di Gela, Lirio Conti nel processo contro Vanessa Lo Porto, che annegò i due figlioletti di 9 e 2 anni nelle acque di Manfria.

Il giorno dell'omicidio prese con sé in macchina i due bambini, li portò sulla spiaggia di Manfria dove li annegò lasciandoli in acqua. In un momento di lucidità, si rese conto della tragedia e, disperata, cercò inutilmente di salvarli. Allora telefonò ai carabinieri chiedendo aiuto e confessando. Da due perizie, disposte dalla procura, fu stabilito che la donna, in cura in alcuni centri del Nord quella mattina fosse incapace di intendere e di volere.
Vanessa Lo Porto non è mai stata arrestata. Pubblico ministero e Gip concordarono il suo affidamento a un centro di salute mentale, in provincia di Enna, fu anche in cura in alcuni centri del Nord.

Nel giorno dei funerali dei piccoli, una composizione di rose bianche a forma di cuore con la scritta "mamma" e un piccolo pupazzo di Winnie the Pooh erano tra le due bare bianche all'interno della chiesa di San Rocco a Gela.
All'esterno della parrocchia una grande cartellone con tanti palloncini bianchi, fatto preparare dai familiari della donna e destinato a suscitare polemiche: raffigura le foto dei due bimbi e la scritta "La nostra mamma ci ha riservato un futuro migliore".
Alla cerimonia erano presenti i genitori e i fratelli di  Vanessa Lo Porto e il marito Marco D'Augusta, 38 anni, che da sei mesi era separato dalla moglie.

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