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Palermo, iniziati i lavori per il piano di sviluppo rurale

PALERMO. Sono iniziati, questa mattina a Palermo, i lavori del comitato di sorveglianza sul Piano di Sviluppo rurale per la Sicilia 2007/2013. Alla riunione non partecipano i commissari e i funzionari dell'Unione Europea che non hanno potuto raggiungere il capoluogo siciliano a causa dello stop dei voli aerei. Da Bruxelles, comunque, è stato inviato un documento tecnico con le osservazioni e le indicazioni al vaglio di funzionari e commissari.  Ai lavori del comitato ha preso parte l'assessore regionale siciliano alle Risorse agricole Titti Bufardeci. "Con questa riunione possiamo dire completa la fase di definizione del Piano di sviluppo rurale. Sono in fase di valutazione le attività previste per i Gruppi di azione locale con i relativi piani di sviluppo territoriale, e a breve partiranno i bandi del cosiddetto pacchetto giovani, uno strumento necessario per garantire un futuro alla nostra agricoltura, che consentirà di avvicinare le nuove generazioni al mondo delle aziende agricole e alla loro cultura".  Bufardeci ha illustrato i dati economici del Piano di sviluppo: "Sono stati spesi fondi per quasi 500 milioni di euro, somma pari al 20% dell'intera dotazione finanziaria". L'assessore regionale non nasconde l'esistenza di criticità, acuite anche dalla congiuntura economica internazionale che ha colpito in modo durissimo l'agricoltura siciliana.  "Il primo obiettivo è evitare il disimpegno di 90 milioni di euro - afferma l'assessore - che vanno spesi entro quest'anno. Va risolto anche il nodo informatico: il sistema di pagamento Agea non dialoga correttamente con i nostri sistemi, e questo sta causando gravi ritardi nei pagamenti agli agricoltori.   "L'incongruità è stata confermata nel corso dei lavori del comitato - aggiunge Bufardeci - dai responsabili di Agea che hanno garantito la rapida risoluzione di questo ostacolo".  L'assessore ha anche sottolineato la necessità di un maggiore coordinamento tra le regioni, per fare in modo che gli interventi a favore del settore agricolo siano omogenei su tutto il territorio nazionale: "In questo momento esistono 21 diversi piani di sviluppo, sarebbe opportuna una sorta di cabina di regia nazionale".  Per fare fronte alla crisi, in ogni caso, l'amministrazione regionale intende proporre una rimodulazione del Piano di sviluppo, sia all'interno degli assi, sia trasferendo risorse da un asse all'altro del piano, che "é stato concepito nel 2007 - spiega Bufardeci - e oggi va aggiornato tenendo presenti le sfide che la crisi del settore ci impone". Tra le novità che l'amministrazione regionale intende introdurre con la rimodulazione del Piano di sviluppo rurale, c'é anche il ruolo di soggetti beneficiari da riconoscere agli otto distretti produttivi del settore agroalimentare

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