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Prostituta sequestrata e violentata, due arresti a Palermo

La vittima è una giovane rumena, in manette sono finiti due marocchini che vivono a Villafrati

PALERMO. Sequestrata e violentata, un incubo per una giovane prostituta rumena di 23 anni, vittima di due nordafricani che adesso sono stati arrestati da polizia e carabinieri.
Una storia di degrado che si è consumata giovedì sera a Palermo, anche se i dettagli sono emersi soltanto in queste ore. Sono passate da poco le 22,30, questa la ricostruzione dei fatti, di giovedì scorso, al Foro Italico, Paola (nome immaginario), una giovane prostituta rumena di 23 anni, sale su una vecchia utilitaria di colore rosso. Alla guida c’è un nordafricano, quasi suo coetaneo. I due prima pattuiscono il compenso per una prestazione sessuale, quindi si dirigono in auto in un luogo appartato dove la ragazza è solita intrattenersi con i clienti. Si tratta di una banchina in penombra del molo Sant’Erasmo, un luogo che rassicura la giovane rumena che deve intrattenersi in intimità con uomini a lei sconosciuti.
Ad un tratto, piomba in auto un secondo giovane, anche lui di origini nordafricane,  che – dopo avere puntato un coltello alla gola alla ragazza e tenendola ben stretta al sedile – le intima di non urlare.
L’autista, a questo punto, riavvia il motore e si dirige in una zona isolata della zona industriale di Brancaccio dove la giovane rumena viene costretta a subire ripetute violenze, andate avanti per quasi un’ora da parte di entrambi i giovani. Alla fine i due malviventi decidono di lasciare andare Paola, facendola scendere dalla vettura nei pressi dell’autostrada e privandola anche del cellulare e degli effetti personali.
Ma alla ragazza, benché provata dalle violenze subite, non sfugge il numero di targa della vettura che le rimane ben impresso nella memoria. Dopo avere chiesto aiuto ad un automobilista di passaggio, si fa accompagnare al Foro Italico dove racconta tutto ad una connazionale e quindi si reca in questura per denunciare l’accaduto.
Proprio il numero di targa, consente agli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della polizia di identificare il primo giovane: si tratta di Mohamed Trabelsi, 28enne,  tunisino, residente a Villafrati, sposato con una cittadina italiana. Sarebbe lui il giovane alla guida dell’utilitaria rossa che aveva adescato la ragazza, fingendo di essere interessato ad una prestazione a pagamento.
Per rintracciarlo gli agenti si sono rivolti alla stazione dei carabinieri di Villafrati che già conoscevano macchina e soggetto per essersene occupati in passato per altre denunce. La collaborazione ha portato dunque al primo fermo eseguito dalla polizia.
In seguito, sospettando che il complice di Trabelsi potesse appartenere sempre alla comunità marocchina di Villafrati i carabinieri hanno chiesto alla polizia di poter ascoltare il racconto della giovane prostituta. In questo modo la rumena ha ricordato che Trabelsi, durante le violenze si era rivolto al suo complice chiamandolo “Yassmine” o “Yassin”. Il particolare ha consentito quindi ai militari di restringere il campo di ricerca, sino ad identificare anche il secondo giovane. Si tratta di  Yassine El Bahraoui, nato in  Marocco, 19enne, anche lui residente a Villafrati, celibe, incensurato, in possesso di regolare permesso di soggiorno.
La giovane rumena è stata immediatamente in grado di riconoscere anche lui senza alcun dubbio. Rintracciato poco dopo, il giovane è stato sottoposto a fermo dai carabinieri.
I due giovani, dopo le formalità di rito, sono stati trasferiti al carcere Cavallacci di Termini Imerese dove dovranno restare senza possibilità di incontro tra loro e in isolamento.

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