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Mafia, Carthago: chiesti 80 anni per nove imputati

Alla sbarra sono presunti appartenenti alle cosche di Partinico e Borgetto e di altre zone della parte occidentale della provincia palermitana

Palermo. Le condanne dei nove imputati del processo "Carthago", in corso col rito abbreviato davanti al Gup di Palermo Lorenzo Matassa, sono state chieste oggi dai pm della Dda Annamaria Picozzi e Francesco Del Bene. Alla sbarra sono presunti appartenenti alle cosche di Partinico e Borgetto e di altre zone della parte occidentale della provincia di Palermo: per loro, nel complesso, l'accusa ha chiesto poco meno di 80 anni di carcere. Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, estorsioni. Fra di loro il boss Nicolò Salto, gravemente ferito a colpi di pistola il 18 ottobre 2008 a casa sua, e che non ha mai dato indicazioni sui suoi mancati killer: per lui la richiesta dell'accusa è di 12 anni. Salto è agli arresti ospedalieri per i postumi delle ferite riportate. Quindici anni ciascuno sono stati chiesti per Gaspare Bagarella e Salvatore La Puma, 9 per Francesco D'Amico, 6 a testa per Giuseppe Bagarella, Andrea D'Arrigo, Giuseppe D'Amico e Antonino Salto, figlio di Nicolò. I pm hanno anche chiesto 2 anni per Nunzio Tocco, che risponde di fittizia intestazione di beni. L'indagine Carthago fu condotta dai carabinieri del Gruppo e della Compagnia di Monreale

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