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Licenziato dalla Fincantieri perché pesca, il giudice: legittimo

Il tribunale di Palermo ha rigettato il ricorso per il reintegro. Salvatore Palumbo fu sorpreso nell'agosto del 2007 fuori dal posto di lavoro

Palermo. Il giudice del lavoro del Tribunale di Palermo ha rigettato il ricorso per il reintegro nel posto di lavoro dell'ex dipendente dello stabilimento Fincantieri Salvatore Palumbo, sopreso a pescare nel suo turno di lavoro, dichiarando "legittimo il licenziamento intimato dalla società perché sorretto da giustificato motivo".           
Palumbo era addetto ai servizi di guardia e assistenza agli impianti dei bacini di carenaggio. Dopo essere stato soggetto a diversi richiami e provvedimenti disciplinari, il lavoratore era stato licenziato nell'agosto del 2007 perché sorpreso in flagranza a pescare. Secondo l'azienda l'operaio pescava con tanto di canna telescopica durante il turno di notte, quando invece avrebbe dovuto essere presente sul posto di lavoro per svolgere la mansione di vigilanza.    
Il lavoratore aveva proposto ricorso d'urgenza chiedendo il reintegro nel posto di lavoro. Con un'ordinanza cautelare, il giudice aveva rigettato il ricorso sulla base dell'esito dell'istruttoria. Secondo Fincantieri "era stato lo stesso Palumbo, del resto, a confermare nell'immediatezza dei fatti che si trovava sul luogo per pescare e che il pesce rinvenuto era frutto della sua attività, senza fare alcun riferimento a presunti terzi o a imbarcazioni presenti all'interno del bacino, a differenza di ciò che avrebbe dichiarato in seguito e che sarebbe stato integralmente screditato dai testimoni".

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