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Caltanissetta, racket del caro estinto: imprenditore in manette

Diego Calì, 57 anni, è stato arrestato con l'accusa di associazione mafiosa. Con aiuto di Cosa nostra avrebbe cercato di ottenere il monopolio nel settore delle onoranze funebri

Caltanissetta. Un imprenditore che con l'aiuto di Cosa Nostra avrebbe cercato di ottenere il monopolio nel settore delle onoranze funebri è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta con l'accusa di associazione mafiosa. Si tratta di Diego Calì, detto Dino, 57 anni, di San Cataldo. L'arresto costituisce la prosecuzione dell'operazione che due mesi fa portò all'arresto di altri 11 presunti affiliati allo stesso clan, bloccati nel corso di un summit di mafia mentre progettavano un omicidio. In quell'occasione, venne sequestrato un ingente quantitativo di armi e munizioni. Anche questa volta gli investigatori hanno scoperto un arsenale, nascosto all'interno di un frigorifero sotterrato sotto un ponte, composto da fucili a canne mozze, pistole e munizioni. L'indagine aveva già portato all'arresto, per associazione mafiosa e porto e detenzione illegale di armi da fuoco, di Cosimo Di Forte, Patrizio Calabrò, Salvatore Lombardo, Calogero Ferrara, Gioacchino Mastrosimone, Salvatore Mastrosimone, Liborio Gianluca Pillitteri, Enzo Mancuso, Maria Indorato e Giuseppe Taverna, fermati nel dicembre scorso. Secondo gli investigatori "il gruppo criminale con a capo Di Forte aveva intenzione di compiere una serie di omicidi di esponenti di primo piano di Cosa Nostra di San Cataldo e Sommatino per prendere il controllo delle attività criminali nei due comuni e costituire un nuovo mandamento. Nel frigorifero sotterrato i carabinieri hanno trovato 3 fucili da caccia, una pistola calibro 8 un serbatoio per
mitragliatore Kalashnikow, proiettili. Le indagini sono cominciate dopo l'omicidio di Salvatore
Calì e l'agguato a Stefano Giuseppe Mosca, entrambi imprenditori nel settore delle onoranze funebri.

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