Canicattì. Undici condanne per complessivi 66 anni di carcere, 31 mila euro di multa e quasi 16 mila euro quale provvisionale di risarcimento danni alle parti civili. È questa in sintesi la sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento al termine del processo scaturito dall'operazione antiusura "Tie Break" (cravatta spezzata) del 1998 della polizia di Canicattì in provincia di Agrigento.
La condanna più pesante, 13 anni di carcere, per Gaetano Marturana, 44 anni possidente di Canicattì, ritenuto la mente dell'organizzazione di usurai. Condannata pure la madre, Angela Luvaro, a 7 anni di reclusione, ed il fratello minore, Roberto Marturana, a 5 anni. Condanna pure per l'avvocato Claudio Camastra, originario di Villafiorita (Reggio Calabria) a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Con loro sono stati condannati l'imprenditore Luigi Burgio a 3 anni e 6 mesi di reclusione, Maurizio Ambrosini ad 8 anni, Ferdinando Aronica e Calogero Ciulo (5 anni), Rosario Grassadonia (3 anni e 6 mesi), Giuseppe Miceli Corchettino (7 anni), Paolo Pachino (3 anni).
L'operazione della polizia scattò nel settembre 1998 quando finirono in carcere più di venti persone. Tra di loro anche professionisti e bancari che hanno preferito patteggiare. Molti dei condannati tranne Marturana ed i suoi familiari erano non solo complici ma anche vittime dell'usura. Numerose le assoluzioni per intervenuta prescrizione.
Usura a Canicattì: undici condanne
Con la sentenza inflitte pene per 66 anni di carcere: il processo è scaturito dall'operazione della polizia denominato "Tie Break" del 1998: finirono in carcere anche professionisti e bancari
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