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Sequestro Cascio, Alfano: straordinario successo

Il guardasigilli: un provvedimento reso possibile anche dall’inasprimento delle norme

Palermo. "Il sequestro disposto dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Agrigento su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo per oltre 550 milioni di euro in beni immobili e società di proprietà dell'imprenditore agrigentino Rosario Cascio, ma riconducibili anche a Matteo Messina Denaro, segna un ulteriore straordinario successo nel contrasto alla criminalità organizzata mafiosa". Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che evidenzia come il sequestro "sia stato possibile grazie alle innovazioni apportate nei mesi scorsi in materia di misure di prevenzione".    "Infatti - prosegue la nota - gli stessi beni sequestrati nel corso di un processo penale a carico del Cascio nella sua fase cautelare, erano stati in parte restituiti al boss mafioso a seguito dell'annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Palermo del sequestro preventivo. E soltanto attraverso l'inasprimento del meccanismo delle misure di prevenzione adottato nell'attuale legislatura è stato possibile configurare la pericolosità dei beni in quanto tali, a prescindere da quella del loro proprietario, già condannato una volta per associazione mafiosa, ma in tempi ormai remoti, e dunque sottrarli alla disponibilità della criminalità organizzata".
Il ministro Alfano, che nel suo staff annovera anche uno dei magistrati che si è a lungo occupato della caccia a Messina Denaro (il vice capo di gabinetto vicario Roberto Calogero Piscitello, ex pm della Dda di Palermo), si complimenta "vivamente con i magistrati e con le forze dell'ordine".

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