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Riaperta l'inchiesta su Massimo Ciancimino

L'indagine per associazione mafiosa nei confronti del figlio dell'ex sindaco di Palermo era stata archiviata negli anni scorsi. "Sono tranquillo, i pm lavorino serenamente"

Palermo. Su richiesta della Procura di Palermo il gip ha disposto la riapertura dell'inchiesta per associazione mafiosa a carico di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, Vito.
 "Ho piena fiducia nei magistrati - ha commentato l'indagato che, da mesi, rende dichiarazioni ai magistrati sulla trattativa tra Stato e mafia - E' giusto che facciano luce sul ruolo che ho avuto in certe vicende. Non faccio parte di quelli che gridano al complotto: i pm lavorino serenamente, io sono tranquillo e dimostrerò che, dai primi contatti con i carabinieri fino ad oggi, ho sempre contrastato la mafia".
L'indagine, archiviata negli anni scorsi perché i pm sostennero che il figlio di don Vito agiva su indicazioni del padre e non era "pienamente consapevole che la sua attività si inserisse in quella più complessiva dell'associazione mafiosa", è stata riaperta a seguito delle nuove ammissioni del testimone. Massimo Ciancimino, infatti, ha raccontato, tra l'altro, di avere consegnato i pizzini scritti dal boss Bernardo Provenzano al padre e di avere custodito le lettere e altri documenti dell'ex sindaco in una cassaforte di casa. Ammissioni che potrebbero far pensare a un suo ruolo attivo nelle vicende di cui il padre era protagonista. "Si vedrà - ha aggiunto Ciancimino - quale sia stato il mio contributo a certe vicende visto che mi limitavo a portare buste chiuse di cui solo ora ho visto il contenuto. Io, comunque, resto a disposizione per ogni chiarimento".

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