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Immigrati nella campagne, emergenza anche in Sicilia

Il presidente regionale della Coldiretti, Mulè: “Sono presenti in tutti i settori, ma questi lavoratori sono incontrollabili e difficili da quantificare”

Palermo. «Una componente indispensabile per garantire i primati del made in Italy alimentare nel mondo». È questa la definizione che ha dato ieri Coldiretti, in una nota, per spiegare quanto sia determinante il contributo dei novantamila extracomunitari nell’economia agricola del paese. Una definizione che emerge da un’analisi dell’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, dopo i drammatici fatti di Rosarno. Ma qual è la situazione in Sicilia? A fare il punto della situazione è il presidente regionale di Coldiretti, Alfredo Mulè.
Presidente, esiste lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari in Sicilia?
«Esiste sicuramente ed è difficile anche calcolare i numeri di questo fenomeno, perché i lavoratori irregolari sono incontrollabili e, dunque, difficili da quantificare».
Dunque, non si può fare una stima degli extracomunitari che lavorano in Sicilia nelle stesse condizioni degli immigrati a Rosarno?
«Questi dati noi non li abbiamo. Come ho detto, è difficile individuare gli irregolari. I dati, invece, sui lavoratori immigrati che operano sul nostro territorio nel campo agricolo li raccoglie l’Inps».
In quali settori agricoli, nella nostra regione, sono più presenti gli immigrati?
«Sono presenti in tutti i settori. Poi tutto dipende dalle raccolte stagionali e, quindi, durante una stagione possono essere più presenti in un settore rispetto a un altro».
Quali sono le conseguenze dello sfruttamento dei lavoratori extracomunitari nell’economia agricola?
«L’effetto principale e più dannoso di questo fenomeno è la concorrenza sleale tra le imprese, perché assieme alle aziende oneste, che pagano regolarmente i loro lavoratori, ci sono quelle che non rispettano le leggi sottopagando la forza lavoro. E i primi a essere sfruttati in questo senso sono ovviamente gli extracomunitari».
Cosa si può fare per contrastare lo sfruttamento del lavoro degli immigrati?
«Prima di tutto credo che bisogna snellire l’iter di assunzioni nelle imprese agricole, troppo farraginoso al momento. Inoltre, credo sia opportuno abbassare gli oneri previdenziali a carico delle aziende».
Cosa può fare Coldiretti su questo tema? Effettuate dei controlli?
«Non effettuiamo controlli, perché non ci competono. Però siamo molto attivi nell’azione di sensibilizzazione verso le imprese iscritte alla nostra associazione, invitando a compiere fatti concreti per contrastare lo sfruttamento degli extracomunitari».

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