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Oltre mille immigrati via da Rosarno

Altre partenze in nottata, ma la tensione resta alta. Ieri uno straniero colpito da una fucilata. Si indaga sul possibile coinvolgimento della 'ndrangheta

Rosarno. Sono partiti a gruppi in nottata dalla stazione di Lamezia Terme alcune centinaia di immigrati giunti in serata da Rosarno. Un primo gruppo di circa 60 persone ha lasciato la stazione su un treno che è partito alle 0.30. Un altro gruppo di circa 200 persone ha lasciato la stazione della città calabrese più tardi. La parte rimanente di immigrati prenderà un altro convoglio che arriverà nelle prossime ore.
   Le operazioni di imbarco sui convogli si sono svolte in tutta tranquillità e la situazione è stata tenuta sotto controllo da poliziotti, baschi verdi della guardia di finanza e carabinieri. Non sono mancati gli intoppi per il fatto che gli immigrati avevano difficoltà ad indicare le loro destinazioni non riuscendo ad esprimersi bene in italiano. Alcuni, inoltre, non avevano nemmeno i soldi per acquistare i biglietti. I volontari della protezione civile hanno distribuito acqua e panini. Sul posto è giunto anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza.
Ma la tensione resta alta. Dopo gli scontri, complessivamente, i feriti sono una settantina: 17 abitanti del posto, 19 appartenenti alle forze di polizia e il resto immigrati, di cui solo un paio in condizioni più gravi. La tensione, insomma, resta ancora alta. Anche se con la partenza di 1.125 immigrati la situazione dovrebbe normalizzarsi. Segnali in questo senso arrivano anche dagli abitanti di Rosarno: la barricata innalzata nei pressi dell'ex Opera Sila è stata rimossa e ora c'é soltanto un presidio di cittadini, mentre il Comitato civico che si è costituito dopo la rivolta, ha diffuso un comunicato in cui condanna "tutte le forme di violenza contro il popolo degli immigrati e la stessa popolazione rosarnese, prendendo le distanze da qualsiasi atto di aggressione verso persone e cose". In tutti questi anni, prosegue il comitato, "non sono mancati momenti di integrazione, scambi culturali e affiancamento tra la comunità di Rosarno e quella di colore".
Per le rivolte e le violenze delle ultime 48 ore sono stati convalidati gli arresti di cinque dei sette immigrati fermati. Mentre per i tre italiani bloccati dalle forze dell'ordine - due per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e uno per aver sparato ad un immigrato - il gip del Tribunale di Palmi si pronuncerà lunedì. Uno dei tre sarebbe figlio di uno degli elementi di spicco della cosca Bellocco che, assieme ai Pesce, si spartisce il territorio di Rosarno ed è anche per questo che gli investigatori vogliono accertare se proprio le due cosche abbiano in qualche modo deciso di 'cavalcare' la reazione violenta della popolazione, dopo la rivolta.

Fucilata contro un immigrato. Un immigrato è stato ferito questa mattina con colpi di fucile caricato a pallini nelle campagne di Gioia Tauro, a pochi chilometri da Rosarno (Reggio Calabria). L'uomo è stato ricoverato all'ospedale della città; le sue condizioni non sarebbero gravi. Sul fatto indagano i carabinieri. L'immigrato ferito a colpi di fucile caricato a pallini stamattina in località Guardiola di Gioia Tauro ha lesioni alle gambe e ad un braccio. L'immigrato, del Burkina Faso, si chiama Dabré Moussa, di 29 anni, ed ha il permesso di soggiorno. Secondo il referto stilato dai medici del pronto soccorso dell'ospedale di Gioia Tauro, dove è stato medicato, guarirà in quindici giorni.

La 'ndrangheta coinvolta? Emerge un'altra ipotesi nel caso Rosarno. Le cosche della ’ndrangheta potrebbero avere deciso di approfittare della protesta degli immigrati e poi degli abitanti, ma non si conoscono ancora le ragioni. Al momento, dalle indagini non sono emersi elementi certi, ma l’ipotesi è al vaglio degli investigatori. Quel che si fatica a comprendere è perché un fatto casuale e privo di gravi conseguenze, come i due immigrati feriti da un fucile a pallini possa avere provocato una reazione tanto violenta.

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