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Illeciti ambientali, Sicilia al terzo posto

Presentato a Catania il rapporto sulle Ecomafie di Legambiente. Nell’Isola 2.788 reati l’ora

Catania. "Accelerare l'iter per l'approvazione della nuova legge sui reati ambientali". Lo torna a chiedere Legambiente presentando a Catania, dopo averlo fatto ieri a Caltanissetta, il suo rapporto su “Ecomafia 2009, storie e numeri della criminalità ambientale”, che trova la Sicilia al terzo posto in Italia tra le Regioni a maggior tasso di illegalità ambientali.
Secondo l'associazione ambientalista occorre "un supporto legislativo più esigente che coadiuvi il lavoro di magistrati e forze dell'ordine"  e una "maggiore severità verso i reati ambientali, attraverso la loro introduzione nel codice penale".
"Fondamentale è il mantenimento dell'utilizzo delle intercettazioni nelle indagini - sottolinea Antonio Pergolizzi, coordinatore nazionale dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente - se la legge sulle intercettazioni venisse applicata, infatti, non esisterebbero più quasi tutte le inchieste che sono state raccolte in questo rapporto".
"I dati parlano chiaro e purtroppo per la Sicilia non sono confortanti - spiega Tiziano Granata, responsabile Osservatorio regionale ambiente e legalità di Legambiente - gli illeciti si accavallano gli uni sugli altri in un connubio sempre più fitto tra organizzazioni criminali e colletti bianchi".
Sono 25.776 i reati ambientali accertati in Italia nel 2008, cioè quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Di questi 2.788 illeciti sono stati realizzati in Sicilia: il 10,8% sul totale nazionale. Sono 1.782 le persone denunciate, 7 gli arresti e 843 i sequestri effettuati da Procure e forze dell'ordine. La provincia più colpita è Palermo, seguita da Messina e Catania. Il business del cemento si posiziona nell’Isola come prima emergenza ambientale. Sono 724 le infrazioni, pari al 9,7 per cento di tutta Italia, 864 denunce, nessun arresto e 288 sequestri di lavori ritenuti irregolari o abusivi. In questo settore il capoluogo siciliano lascia il primato a Catania con 167 illeciti accertati e 426 persone denunciate. Non va meglio con il ciclo dei rifiuti. Ben 248 le infrazioni pari al 6,3 per cento nazionale, 20 denunce, 1 arresto e 165 sequestri. Anche in questo caso Palermo è la provincia più colpita, seguita a ruota da Messina e al terzo posto da Trapani.
“Fondamentale è il mantenimento dell’utilizzo delle intercettazioni nelle indagini – ha sottolineato Antonio Pergolizzi, coordinatore nazionale dell’Osservatorio ambiente e legalità -. Se la legge sulle intercettazioni venisse applicata, infatti, non esisterebbero più quasi tutte le inchieste che sono state raccolte in questo rapporto”. Storie di spaventosa quotidianità, esempi di violenza e disprezzo della vita che si intrecciano con le facce, i volti, e i contorni di gente comune è trasformata in vittima e schiacciata inesorabilmente dal business del malaffare. “I dati parlano chiaro e purtroppo per la Sicilia non sono confortanti – ha spiegato Tiziano Granata, responsabile Osservatorio regionale ambiente e legalità – Gli illeciti si accavallano gli uni sugli altri in un connubbio sempre più fitto tra organizzazioni criminali e colletti bianchi”.

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