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Inter, Conte si presenta a modo suo: "Vincere subito? Non ci sono limiti, serve solo tanto lavoro"

Eccoli di nuovo insieme, Marotta e Conte, la coppia dei successi. Questa volta però cambiano i colori ma a quanto pare il contenuto no. Decisi, uniti, esigenti. Sembra che il modus operandi che li ha caratterizzati a Torino, venga replicato a Milano. L’ad Marotta ha già preso le misure nei mesi scorsi, dovendo affrontare oltretutto situazioni critiche, come quella di Icardi. Una cosa alla volta. Parola a Conte e alla sua scelta di allenare l’Inter.

"E' stato semplice - ha detto nella prima conferenza della stagione - Ci siamo trovati ad avere la stessa visione. Questo è stato molto importante. Condividere uguale ambizione, sapendo di dover passare attraverso un percorso di lavoro e fatica. Ho riscontrato la stessa voglia e la stessa visione tra me e loro. La presenza di Marotta è stato un incentivo. L’Inter è una società con grande tradizione, una delle società più importanti al mondo". Le basi per ripartire bene ci sono. "Sono una persona che non si pone limiti e non voglio che altri si pongano limiti a inizio stagione - ha detto, galvanizzando l’ambiente nerazzurro - Dovessi pormi limiti io, creerei subito alibi. Negli ultimi anni si è creato un gap enorme nei confronti della Juve soprattutto e anche del Napoli. Dobbiamo lavorare tanto e meglio degli altri per colmare questo gap. Dobbiamo partire con l’ambizione di dare il meglio di noi stessi. Vediamo poi cosa accadrà".

Antonio Conte è un fiume in piena, sarà l’anno di inattività ad averlo caricato particolarmente, sarà la scommessa da vincere con un club ora antagonista, ma che ha fatto parte del suo passato... Il tecnico ha voluto sottolineare come sia necessario ritrovare anche la "passione per questo sport visto che negli ultimi anni si è pensato più ad alcuni interessi"... Tornare a divertirsi con il calcio. Un grande obiettivo. Rispetto alle esperienze con Chelsea e Juve, sarà più difficile vincere al primo anno?

"Devo avere la percezione di avere anche solo l’1% di possibilità di poter vincere. Però a me piace lavorare su quell'1% e non sul 99% - ha spiegato - Oggi c'è una squadra che da 8 anni a questa parte fa un campionato a parte. E in più c'è il Napoli che si è assestato ed è collaudato. C'è questa situazione in Italia, nessuno qui è un mago. Dovremo lavorare meglio se vogliamo avere la speranza di colmare questo gap il prima possibile. Questo gap esiste ma non deve essere un alibi. Alla Juve partimmo dopo due settimi posti e vincemmo. Con il Chelsea arrivai dopo un 10° posto e abbiamo vinto. Con la Nazionale abbiamo fatto un percorso importante. Nulla è impossibile, però dobbiamo anche sapere che affinchè diventi possibile c'è da lavorare tanto: in campo, sul mercato, sulla mentalità. Quello che posso promettere ai tifosi è che daremo tutto per costruire qualcosa di importante.

Negli ultimi anni a inizio stagione alcuni avevano ipotizzato, in modo azzardato, che l’Inter potesse essere l’anti-Juve per poi mestamente tornare sui loro passi a metà anno. "Io parto dal presupposto che con l’io non si può andare da nessuna parte. Non penso di poter portare 10 punti in più alla mia squadra - ha dichiarato - Noi ragioniamo con il Noi ed è per questo che lavoriamo per essere un gruppo unito e coeso. Insieme possiamo avere quei 20-25 punti in più rispetto al passato. Io dovrò indicare la strada e dovrò essere molto attento che i giocatori seguano questa strada. E’ una strada fatta di fatica, volontà, sofferenza, passione. I giocatori dovranno seguire se hanno l'ambizione di pensare da vincenti. Se qualcuno non ha questa ambizione, è giusto che in maniera onesta si faccia da parte. Confido molto nella nostra rosa e sono convinto che insieme possiamo costruire qualcosa di importante ma non sarà facile. Il nostro obiettivo è l’eccellenza".

All’Inter servivano queste parole. Serviva un tecnico così. Marotta lo ha definito il top player dell’Inter. "Ringrazio il direttore. Penso che i top player dobbiamo averli in campo. L’Inter ha una buona base di partenza dove costruire qualcosa di importante. Io dovrò dare un apporto importante come penso di aver sempre fatto nelle mie precedenti gestioni. Mi sento addosso una grande responsabilità, sono pronto a prendermi queste responsabilità e a dividerle con i giocatori che scenderanno in campo. Noi dobbiamo parlare poco e lavorare tanto. Mi piace ricordare testa bassa e pedalare. Dobbiamo essere molto bravi e molto feroci e concentrati sul nostro obiettivo. Avere stabilità e dare stabilità. Pretenderò dai calciatori di uscire dal campo con la maglia sudata. Bisogna cercare di tornare dove si era un bel pò di tempo fa".

A chi nota analogie tra questa Inter e la sua Juve, ha replicato: "Non è giusto a prescindere fare paragoni con il passato, perchè sono sempre situazioni molto diverse. Da domani inizieremo a lavorare e sarà importante la quotidianità con i giocatori. Dobbiamo cercare di eliminare i problemi del passato. E vogliamo aggiungere i profili che pensiamo facciano al caso nostro. La Champions? Dovremo fare il massimo in ogni competizione. Per fare qualcosa di straordinario abbiamo bisogno di giocatori, ma soprattutto di uomini straordinari". Inevitabile la domanda sulla futura sfida contro la Juve. "Sicuramente sarà una gara importante, perchè andremo a sfidare i detentori del titolo da 8 anni. Saranno due partite importanti, fermo restando che ce ne saranno altre 36. Personalmente ci sarà sicuramente emozione nell’entrare allo Juventus Stadium. Conoscete benissimo la mia storia e il mio passato. Ci sarà emozione fino al fischio d’inizio. So benissimo che sarò un avversario e che la Juve sarà un avversario per me. Dovremo essere pronti a combattere".

Andando nel concreto, Antonio Conte che tipo di gioco ha in mente? "E' giusto sottolineare i meriti di Spalletti in questi due anni all’Inter - ha detto il neo tecnico - Luciano ha riportato la squadra in Champions e mi lascia una buona base. Lo ringrazio perchè abbiamo l’opportunità di giocare in Champions. L'obiettivo è avere più stabilità e arrivare a essere più regolari e stabili. L’Inter negli ultimi due anni si è qualificata all’ultima giornata per la Champions. Noi dovremo cercare di avvicinarci a chi ci sta davanti e trovare il modo di colmare questa distanza. Col nostro gioco vogliamo coinvolgere i nostri tifosi, qualcosa che rispecchi l’Inter. Lavoreremo per dare un’identità, un marchio di fabbrica".

E opterà per la difesa a tre o meno? "Tantissime volte mi è capitato di partire con un’idea per poi cambiare sistema. Vedendo la rosa attuale, salta all’occhio un reparto difensivo molto forte - ha ammesso - Partiremo con una base a 3 in difesa, avendo giocatori forti in quel settore. Ma poi vedremo. Non ho un dogma fisso. L’importante è che rimangano i principi. Vogliamo fare un calcio propositivo, che appassioni i nostri tifosi. Lautaro è un giocatore forte, non vedo l’ora di scoprirlo. Un allenatore bravo è quello che migliora i propri giocatori". Capitolo Icardi e Nainggolan. Secondo la società sono entrambi in uscita. Secondo l’allenatore? "Penso che il club abbia avuto il tempo per valutare la situazione, prendere le decisioni e poi agire. Io mi sono allineato al club, dobbiamo essere un’unica cosa". E sul mercato ha chiarito: "Il mercato dura fino agli inizi di settembre, chiedo disponibilità da parte di tutti. Se qualcuno non dovesse essere su questa lunghezza d’onda... Amici come prima e si faranno altre scelte.

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