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Juve, Sarri in giacca e cravatta si presenta: "Sono qui per vincere"

Maurizio Sarri si presenta nella sala Giovanni e Umberto Agnelli dell'Allianz Stadium in giacca e cravatta. "Sono molto contento di essere qui oggi", sono le sue prime parole da allenatore della Juventus.

"Da bambino ero tifoso del Napoli e lì ho dato tutto, dal punto di vista professionale e morale", dice senza rinnegare il suo passato partenopeo. "Nell'ultimo mese - dice nel suo primo giorno da allenatore della Juventus - ho avuto dubbi, che la società mi ha tolto presentando Ancelotti. Non è stata colpa della società, ma mia, perché il dubbio tra continuare o andare via era forte. Ho preferito andare all'estero, per non passare subito a un'altra italiana. Penso di avere rispettato tutti".

"La Juve mi da l'opportunità di tornare in Italia, è il coronamento di una carriera lunghissima che nell'80% del percorso è stata anche difficilissima. Non ho mai visto una società tanto determinata a prendere un allenatore. L'emozione c'è ed è forte", ha aggiunto.

La Champions resta il grande obiettivo. "È un sogno da perseguire con determinazione feroce, con la convinzione che è obiettivo con un coefficiente di difficoltà mostruoso".

"Vincere e divertirsi sono due cose che si possono coniugare, poi è difficile". Così Maurizio  Sarri commenta il motto della Juventus "vincere è l'unica cosa che conta". "Sul vincere posso dire poco, perché ho vinto poco - ammette il neo allenatore bianconero -. Penso che l'obiettivo di divertirsi in campo non sia antitetico a quello di vincere, perché se una squadra si diverte in campo, e diverte il pubblico, acquista quell'entusiasmo che molto spesso è benzina per fare risultato".

"Se esco dal San Paolo so che se mi applaudono è una manifestazione d'amore, se mi fischiano è una manifestazione d'amore. Uscirò volendogli bene come prima, in un modo o in un altro".

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