
CATANIA. Aggrappato ai numeri. Per definizione aridi, ma in questo caso unica fonte di speranza per il Catania. Il 2-1 su una Sampdoria ormai tranquilla mantiene aperta la porta dell'aritmetica e permette agli etnei, quanto meno, di onorare il finale di campionato. La corsa verso la salvezza resta però disperata. La prima vittoria della gestione Pellegrino spezza un digiuno di oltre due mesi e una terrificante serie di sei sconfitte consecutive riducendo le distanze dal quart'ultimo posto (-5, almeno sino a Juventus-Bologna, in programma nel pomeriggio), ma lascia i rossazzurri in coda e con tre posizioni da scalare nelle ultime quattro giornate.
Con la Sampdoria sono le motivazioni a fare la differenza. I doriani non hanno alcunchè da chiedere alla classifica e Mihajlovic, applaudito ex al contrario del fischiatissimo Maxi Lopez, presenta una sorta di 'Sampdoria 2' con tre squalificati, cinque infortunati e una panchina imbottita di ragazzi della formazione Primavera. I blucerchiati, in formazione improvvisata, non trovano gli automatismi necessari per dare fluidità alla manovra e si vedono poco in avanti impegnando Frison una sola volta con Bjarnason. Fa di più il Catania, che prende subito l'iniziativa ma, come abitudine, fatica maledettamente a fare centro. Clamorosi errori (Leto calcia a lato a tu per con Fiorillo), tentativi dalla distanza e buoni interventi del portiere doriano (in primis il gol salvato su inzuccata a colpo sicuro di Bergessio) si succedono sino alla prodezza di Leto, autore di una spettacolare rovesciata in area.
Altrettanto bella è la progressione di Okaka che riequilibra il risultato all'ora di gioco, una manciata di minuti dopo il palo colpito da Sansone con una conclusione dal limite: il centravanti doriano riceve palla a centrocampo, va via di forza a Izco, evita il tentativo di recupero di Peruzzi e conclude la sua progressione battendo Frison. È il gelo al Massimino, che però torna presto a riscaldarsi grazie alla difesa della Sampdoria. Il reparto arretrato blucerchiato perde qualsiasi equilibrio aprendo voragini nelle quali s'infilano subito Plasil, sciagurato nel calciare in bocca a Fiorillo a porta spalancata, e Bergessio, preciso nello sfruttare un lancio di Barrientos e la pessima applicazione del fuorigioco da parte degli ospiti. Il resto è solo vetrina per Fiorillo, bravo a chiudere la porta a Bergessio e per ben tre volte al nuovo entrato Castro.
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