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Il risveglio degli etnei: la Lazio battuta per 3 a 1

CATANIA. La partita delle prime volte. Nel  bene e nel male. Quella di Mariano Izco, Nicolas Spolli e Gino  Peruzzi, sinora mai in rete in questo campionato. Quella di  Stefano Mauri, tornato in campo dal 1' con tanto di gol e fascia  di capitano a celebrare la circostanza dopo sei mesi di assenza  per squalifica e una prima apparizione da subentrante nel derby  di Roma. Quella di Edy Reja, che al Massimino interrompe la  striscia positiva aperta al suo arrivo sulla panchina  biancoceleste. E soprattutto quella del Catania, che, almeno  sino agli incontri del pomeriggio, scopre il piacere, del tutto  inedito nella stagione in corso, di essere fuori dalla zona  retrocessione rispettando con puntualità svizzera la cabala che  lo vuole vittorioso ogni sei giornate.    


Il lunch match domenicale esalta la fame rossazzurra. Gli  uomini di Maran hanno più voglia, più gambe e più testa degli  avversari. Non è casuale che al Catania bastino 42 secondi per  fare esplodere la partita: è Izco a finalizzare con un preciso  esterno destro una pregevole azione corale. I padroni di casa  lottano, pressano alto e trovano verticalità nella manovra  sfiorando il raddoppio in avvio con un sinistro a giro di  Barrientos respinto da Berisha. Neppure l'uscita dopo un quarto  d'ora dello stesso Barrientos, fermato da un infortunio  muscolare e rimpiazzato da Keko, intimidisce gli etnei, ancora  pericolosi nel primo tempo con Rinaudo, Lodi e Spolli.    


Colpita a freddo sotto il sole del Massimino, la Lazio prova  a reagire cercando la porta di Andujar dalla distanza con Mauri  e Biglia, ma denuncia una circolazione di palla più faticosa  degli avversari e stenta a trovare ampiezza sulle fasce. Quando  accade, arriva il gol. La giocata giusta è proprio di Mauri, che  festeggia la sua prima presenza in campionato tra i titolari  dopo sei mesi di squalifica per la vicenda calcioscommesse  girando in porta un cross dalla destra di Konko.  Ma il Catania c'è e supera la doccia fredda di slancio. Il  ritorno in campo in anticipo per il secondo tempo è un segnale  che trova seguito nell'immediato 2-1 di Spolli, prepotente  nell'eludere la marcatura di Dias su una punizione di Lodi.  Brutto colpo per la Lazio, nuova benzina per gli etnei, che nel  giro di dieci minuti chiudono i giochi con un perentorio affondo  di Peruzzi, bravo ad accelerare per vie centrali, a scambiare  con Keko e ad appoggiare in porta infilandosi negli spazi  lasciati da una difesa biancoceleste larga e mal piazzata.    


Reja prova a cambiare le carte in tavola, inserisce Keita e  Perea provando una sorta di 4-2-3-1 con Klose arretrato di  qualche metro. Non cambia nulla. Il Catania regge bene  rischiando solo su un colpo di testa a lato di Klose, vistosi  poco. Il filotto laziale si ferma a sei partite, quello  rossazzurro giunge a quota quattro. La strada verso la salvezza  è ancora lunga, ma ora il Catania ci crede. E spera di non  dovere attendere altri turni per vincere un'altra partita. 

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