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Segnali di vita a San Siro, fermata l'Inter e primo punto in trasferta

MILANO. L'Inter è irriconoscibile: nemmeno l'ombra della grande squadra di un tempo. I nerazzurri pareggiano (0-0) contro l'ultima in classifica, il Catania, in una partita scialba, noiosa, senza mordente e intensità. L'Inter - che non vince dal derby del 22 dicembre - quasi guadagna un punto perchè gli etnei colgono il momento no dell'Inter e nel secondo tempo provano persino a vincere. Ancora un passo indietro per la squadra di Mazzarri che non sa più combattere e vincere: davanti a Thohir - in tribuna vicino a Moratti - i nerazzurri mostrano tutti i loro limiti sul piano del gioco, del cuore, della testa. La partita è lo specchio fedele del momento complesso dell'Inter che deve ancora metabolizzare le conseguenze del mancato scambio Guarin-Vucinic. I tifosi sono arrabbiati, per quasi 90 minuti restano in silenzio, facendo sentire sonori fischi alla fine: all'inizio della sfida striscioni e cori offensivi contro Fassone e Branca. Dal basso arriva forte la richiesta di un repulisti totale, di un avvicendamento nella dirigenza con il conseguente insediamento di un uomo di fiducia del presidente. In campo l'Inter è svogliata e demotivata: nel primo tempo il Catania si difende ordinatamente con i nerazzurri che provano a cercare (senza esito e senza particolare convinzione) la via del gol. Tenta Rolando al 20' ma l'occasione migliore capita a Milito che al 26' calcia di destro ma trova un grande Frison. Piccolo miracolo del portiere del Catania. Al 36' ancora l'argentino insiste ma non riesce a sfruttare un clamoroso errore di Izco. L'Inter colleziona calci d'angolo (14 in tutto) ma la spinta offensiva è davvero infruttuosa e sterile. Palacio forse è stanco, Milito non è più l'infallibile goleador del triplete, Alvarez regredisce come Jonathan, Cambiasso e Kuzmanovic stentano. Nel complesso la squadra è decisamente mediocre. Nel secondo tempo, la situazione peggiora ulteriormente con il Catania che prende coraggio e costruisce qualche buona occasione con Bergessio e Rinaudo. Nel surreale silenzio di San Siro si consuma il dramma dell'Inter che annaspa e fatica. Al 39' Frison salva su Rolando. Non serve l'ingresso di Botta a cambiare una situazione fortemente compromessa. Thohir - al suo arrivo a Milano - dice che bisogna accettare gli alti e i bassi ma il momento no dell'Inter dura ormai da troppo tempo. Il cambio societario non è indolore, la confusione all'interno non aiuta, i pasticci di mercato, le polemiche, le accuse sono alla base di un crollo verticale. Il presidente lascia San Siro senza commentare, durante la partita le sue espressioni sono state eloquenti, mani sul volto e occhi al cielo. I tifosi - nei loro striscioni - gli consigliano di non fare affari nè con il Milan nè con la Juventus, di mandare via l'attuale dirigenza e di avviare un ricambio di vertice. Le strategie del tycoon - a parte il risanamento finanziario - non sono chiare, la distanza con l'Indonesia sembra siderale, i dirigenti sono alla sbando, troppo spazio viene concesso agli ultras. Alla fine, fischi impietosi e in parte meritati: domenica prossima c'è la Juventus, una sfida che rischia di trasformarsi in un incubo per un'Inter sempre più in crisi.

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