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Dai fischi agli applausi, la nuova vita di Abel in rosa

Con un inizio scintillante, Hernandez ha riconquistato i tofosi del Palermo. "Ma non voglio fermarmi all'Inter. Dopo questo successo, non possiamo nasconderci"

PALERMO. In una serata Abel Hernandez si è ripreso tutto. Un gol al Barbera contro l’Inter, che gli mancava da un anno, a coronare una prestazione convincente. L’affetto dei tifosi e il loro applauso al momento dell’uscita dal campo. «Com’è strano il calcio…», ha ammesso di aver pensato la Joya quando domenica sera è tornato a casa. Si, perché il rapporto tra la punta uruguaiana e l’ambiente rosanero è stato spesso conflittuale. Basta ricordare le pesanti critiche rivolte ad Abel dopo il derby a Catania.
Ma questo inizio ha cancellato tutto. E non c’è nessun sassolino da tirare fuori dalla scarpe per Hernandez. «Anche se in passato mi sono preso dei fischi, va bene così. Ringrazio i tifosi e mi godo questi applausi e adesso voglio lavorare per prenderne altri».
Inizio scintillante e...programmato. Si dice che chi ben comincia sia a metà dell’opera. Hernandez non aveva dubbi di partire così.  «Onestamente mi aspettavo un inizio così. Ma questa convinzione nasca dal fatto che ho lavorato tanto per arrivare a questo stato di forma. Di certo, però, non voglio fermarmi all’Inter».
"Io alla Roma? Solo voci". Insomma, un Hernandez così si candida a essere uno dei punti fermi del nuovo Palermo. E al diavolo le voci di un possibile trasferimento alla Roma. «Queste sono state solo voci di mercato, che ci sono sempre soprattutto per gli attaccanti, ma alla fine non c’è stato nulla di concreto. Dopo Coppa America, infatti, ho pensato solo al Palermo. Il mio contratto – continua Abel – scade nel 2013. Il mio procuratore e la società ne stanno parlando».
"Concorrenza in attaco? Conta bene della squadra". Dall’ipotetico futuro, Abel passa a parlare del presente. Si parte dalla concorrenza, dove in attacco, delle tre punte, solo Miccoli sembra avere al momento il posto da titolare assicurato. «Se Mangia dovesse scegliere Pinilla domenica? Io voglio il meglio per la squadra, poi Mauricio è anche un amico. Io sono a posto con me stesso per come lavoro. Certo, poi dispiace non giocare, ma penserei a fare il tifo per i miei compagni».
"Vittoria con l'Inter? Ora non ci possiamo nascondere". Hernandez, inoltre, parla degli obiettivi. Non fa proclami su quelli personali, ma non nasconde per quanto riguarda quelli di squadra. «L’unico obiettivo personale è fare meglio della scorsa stagione. E non penso neanche a un numero di gol da fare. So che per me questo è un anno importante, e quindi la prima speranza è quella di non infortunarmi come è capitato la scorsa stagione. Sul Palermo, invece, dico che non ci possiamo nascondere. Dopo la partita di domenica abbiamo dimostrato che il nostro obiettivo non è la salvezza, ma lottare con tutte per un posto in Europa».
Mangia, fiducia e idee chiare. Ma adesso l’obiettivo più imminente è la gara contro l’Atalanta. Contro i bergamaschi, che Abel ha definito un’ottima squadra che ha dimostrato il suo valore domenica a Genova, torna il tabù delle 12.30. Ma la punta, nonostante i quattro precedenti disastrosi, non teme la statistica, «perché adesso siamo un’altra squadra». Già, un’altra squadra, rivoltata come un calzino dal nuovo tecnico Devis Mangia. «Il mister ci ha dato grande fiducia. Inoltre, per noi giocatori è importante lavorare con un tecnico che le idee chiare. L’allenatore mi ha chiesto di dare profondità e poi per me è più facile giocare con uno tra Miccoli e Pinilla».

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