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Mangia, l'allenatore-ponte: "Nessuna paura per questa situazione"

Presentato il nuovo tecnico del Palermo. "Dobbiamo ritrovare entusiasmo. 4-4-2? Prima voglio farmi un'idea sui giocatori a disposizione"

PALERMO. «Ho studiato il calendario». Come a dire, «La mia è una soluzione ponte? Beh, intanto io lavoro e cerco di andare avanti il più possibile». Presentato oggi il nuovo allenatore del Palermo, Davis Mangia, arrivato dalla Primavera del club rosanero per sostituire l’esonerato Pioli.


Nessuna paura per il neo tecnico rosanero il fatto di essere stato considerato da Zamparini una situazione transitoria. «Non ritengo questa condizione come una zavorra. La vivo bene, cercherò di dare il meglio. Non vivo pensando a una situazione ponte o non ponte e non ho nessun timore di fare il lavoro più bello al mondo».


Durante la presentazione, Mangia, che ha parlato sotto gli occhi di chi ha suggerito questa soluzione, ovvero Sogliano, ha detto quale deve essere la prima parola d’ordine di questo nuovo corso. «Bisogna ripartire, trovando entusiasmo all’interno, per trasmetterlo all’esterno. Non voglio pessimismo e non pretendo ottimismo dall’esterno, perché dobbiamo essere noi a trasmetterlo. La prima cosa che dirò alla squadra sarà: Namu arruspigghiare u sangu – scherza Mangia, mettendo in mostra un siciliano stentato -».


Sulle strategie tattiche, il tecnico rosanero, che predilige il 4-4-2, non si sbilancia. «Vorrei prima cominciare a lavorare e vedere le caratteristiche dei giocatori e capire l’assetto che si sposa meglio ai calciatori. Anche per questo motivo non ho sentito Pioli, non per mancanza di rispetto, ma perché voglio farmi un’idea personale».

 

A proposito di giocatori, Mangia parte dall’uomo simbolo per fare un discorso generale. « Miccoli è il mio capitano e da qui parto. Si tratta di un giocatore importante per la squadra e mi confronterò con lui, perché vorrei che sia il primo a trasmettere ai compagni l’entusiasmo. Si lavorerà e chi sta meglio, giocherà. Per me i giocatori che ho sono i migliori in assoluto».

 

E sullo scetticismo dei tifosi, dopo il suo salto di grado. «È una cosa legittima. Ma è la stessa cosa che hanno detto su altri allenatori che poi sono diventati importanti. Non so se sarà un’avventura di una-due partite, o anche dieci. Ma spero che si possa fare bene».

 

Infine, Mangia preferisce non fissare obiettivi a lunga scadenza. «Dove possiamo arrivare? Per me il primo obiettivo è la partita con l’Inter. E poi sarà quella con l’Atalanta». Mangia conosce bene quali sono gli impegni che aspettano i rosanero. Perché lui, il calendario, l’ha studiato bene.

 

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