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Scontro Zamparini-Rossi. Pronto Pioli?

Il presidente: “Ho detto a Sagramola di offrirgli un altro anno di contratto. La mia intenzione è di tenerlo, ma bisogna vedere che squadra vuole e la parte economica”. Il tecnico ha chiesto tempo

PALERMO. Il day after. Persa la Coppa Italia, il giorno dopo si inizia a pensare al futuro. E quello del Palermo deve partire per forza dall’allenatore. Rossi resta o Rossi va via? Eccola la «madre» di tutte le domande. La situazione è chiara: il tecnico è in scadenza, il Palermo aveva un’opzione per il rinnovo. E se fino a domenica sera si parlava di incontri e faccia a faccia da tenere nei prossimi giorni per capire se ci fossero le condizioni per proseguire il matrimonio, ieri è arrivata la giocata in anticipo del presidente Maurizio Zamparini. «Ho detto al mio amministratore delegato Rinaldo Sagramola di offrire un altro anno di contratto a Rossi e non un triennale. La mia intenzione è di tenerlo, ma bisogna vedere che squadra vuole e la parte economica, che per lui è più importante rispetto al Palermo».
Sagramola, nonostante ieri si sia sposato, non ha perso tempo e ha girato la proposta a Rossi. «Ma lui ha risposto che deve pensarci un momento e che prima deve parlare con me», dice Zamparini ai microfoni di Tg3 Regione.
Dunque, siamo alle schermaglie preparative per lo «scontro» finale che è previsto nelle prossime ore. Da una parte Zamparini con la sua offerta, dall’altra Rossi con i suoi argomenti che non coincidono con la proposta che gli è appena arrivata. Il tecnico ha sempre parlato di volersi sentire centrale nel progetto, ma è ovvio che una roba simile non può mai avvenire se il contratto è di un anno. Per portare avanti un progetto serve tempo ed è questo che Rossi dirà a Zamparini. Che dal canto suo al tecnico esporrà il suo pensiero. «Rossi non può dire sempre che il Palermo è giovane e inesperto - dice ancora il presidente -. Non ha mai detto di aver sbagliato: ho una formazione tecnicamente brava con un atteggiamento classico delle squadre di Delio, che pensano più ad attaccare che a difendere. Così non si ottengono risultati». Con tali premesse lo sbocco naturale sembra il divorzio, per colpa di chi poi si vedrà.
Non appena Rossi saluterà, Zamparini metterà sotto contratto il nuovo allenatore. La griglia si è ristretta a tre nomi: Gasperini, Pioli e Sannino. Al primo è stata fatta un’offerta sontuosa, ma Gasperini ha preso tempo. Zamparini non l’ha presa bene, ma non gli ha chiuso la porta. Nell’ultima settimana, però, sono cresciute le quotazioni di Pioli: il presidente è rimasto colpito dal modo in cui ha giocato il Chievo nell’ultimo turno di campionato con il Palermo. L’outsider resta Sannino, che era sponsorizzato dal nuovo ds Sean Sogliano. Quest’ultimo aveva vincolato il suo arrivo a quello del tecnico di fiducia, poi ci ha ripensato e ha detto sì a Zamparini a prescindere dal nome dell’allenatore.
Il day after del Palermo è stato anche il giorno delle scuse e dei sospetti. «Chiedo scusa ai Moratti - dice Zamparini - loro non sono la Banda Bassotti, è il sistema dei Bassotti. Resta poi il sospetto sulla designazione di Morganti per la finale. Perché è stata affidata ad un arbitro che smetterà dopo questa partita? Se sbaglia non può pagare. È una scelta che lascia sospetti, mi sa che a Pechino volevano Milan ed Inter».

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