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Rossi apre all'estero: "In Italia il tecnico non è al centro del progetto"

Parla dela sfida di domani col Parma l'allenatore del Palermo e non nasconde la possibilità di un'avventura in un campionato straniero.

PALERMO. È il Parma l’ostacolo di domani sul cammino del Palermo. C’è anche un settimo posto tornato a essere alla portata dei rosa. Un piazzamento che permetterebbe di raggiungere lo stesso obiettivo della scorsa stagione. Eppure, gira e rigira alla fine, dopo aver parlato di convocati e possibile formazione, il discorso sfocia sempre sul futuro del tecnico rosanero. E, partendo dal paragone con Mancini, Rossi oggi in conferenza a Boccadifalco ha snocciolato interessanti paragoni tra il calcio italiano e quello straniero, con particolare riferimento alla Premier League, aprendo anche a una possibile esperienza all’estero. Mancini ha detto di no alla Juve, perché non vuole abbandonare il City sul più bello, dopo un anno e mezzo di costruzione. In teoria potrebbe essere la stessa motivazione che dovrebbe spingere il tecnico di Rimini a non abbandonare Palermo, ma Rossi ritiene che ci siano delle differenze sostanziali.

Italia-Inghilterra, strategie a confronto. «Mancini ha lo sceicco dietro, io no.  È diverso lo status di allenatore in Inghilterra rispetto all’Italia. Lì il tecnico è al centro di tutto, decide gli acquisti le strategie. Inoltre, se Mancini centra la Champions avrebbe un budget illimitato. Difficile, dunque, fare paragoni. Qui, invece, un allenatore non è al centro del progetto. La strategia in Italia la fa il pallone se passa un metro a destra o a sinistra e gli allenatori sono messi alla stessa stregua dei giocatori e vengono cambiati con la stessa frequenza con cui viene cambiato un calciatore».

"Esperienza all'estero? Chissà..." Ecco perché, dunque, un’esperienza all’estero potrebbe stuzzicare Delio Rossi. «Ci potrebbe essere anche questa possibilità nel mio futuro. All’estero ci vai per due motivi: o per i soldi e perché trovo una società in cui sono al centro di un progetto».

"Conosco la considerazione dei giocatori verso di me". Per carità, queste parole non sono da leggere come un addio al Palermo, ma descrivono come il tecnico rosanero intende i progetti sportivi di una società. E per il futuro del club sono tanti i suoi giocatori del Palermo che lo sponsorizzano. Pastore lo ha fatto pubblicamente, ma ce ne sono anche altri e Rossi lo sa bene. «Al di là delle esternazioni dei singoli, io questa squadra la conosco da un anno e mezzo. Non ho bisogno di certe dichiarazioni per capire che sono considerato dai miei giocatori. Sono cose che fanno piacere, certo. E poi sapete bene – rivolgendosi ai giornalisti - che sono tornato per la squadra e per l’ambiente. Avrei avuto meno problemi se me ne stavo a casa».

L'avvrsario di domani. Dopo essere partiti dalla fine della conferenza odierna del mister rosanero, è giusto puntare l’attenzione sulla sfida di domani al Tardini. «Mi auguro che domani prevalgano le motivazioni di chi vuole vivere e non di chi vuole sopravvivere. Ma il discorso è sempre quello, le motivazioni devi averle sempre dentro. Noi dobbiamo sognare, mantenendo sempre i piedi per terra. E l’obiettivo è ripetere il campionato dello scorso anno».

Bovo out, c'è Carrozzieri. Capitolo formazione. Carrozzieri convocato a causa dell’affaticamento ai danni di Bovo, che costringe il difensore romano a restare a casa. «Ci sono giocatori che magari non sono al cento per cento, ma che hanno motivazioni altissime e questo è il caso di Carrozzieri. E quindi se ci sono giocatori stanchi, meglio un ciuccio vivo che un dottore morto. A proposito di stanchezza, Rossi parla degli stacanovisti Noverino e Migliaccio. «Se li metto in campo è perché ritengo che possano giocare. Non sono il loro procuratore che li devo schierare per forza».

Miccoli e Liverani, due giocatori...diversi. Chiusura, invece, per due senatori: Miccoli e Liverani. Entrambi non figurano nella lista dei convocati. «Questi sono giocatori ai quali bisogna dare lo spazio che meritano. Per forza di cose e con tutto il rispetto per gli altri, li devi trattare diversamente. O gli dai tutto o niente. Se devo portarli per fare riempire dei vuoti, preferisco portare un ragazzo. Detto questo, comunque, entrambi hanno avuto dei problemini e si sono allenati spesso a parte».

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