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L'era Cosmi: numeri impietosi

Tre sconfitte in quattro gare. Un solo gol fatto. Questi alcuni dei dati che ha fatto registrare il Palermo con l'ormai ex tecnico in panchina. Per il Rossi bis l'obiettivo sarà rivitalizzare i giovani talenti

PALERMO. L’era di Serse Cosmi a Palermo è durata appena quattro partite. Una meteora, insomma. Una “toccata e fuga” che ha prodotto numeri impietosi. In quattro gare, tre sconfitte e una vittoria. Sette gol subiti e un’astinenza da gol che pesa ormai come un macigno da settimane. Con l’uomo del fiume in panchina, infatti, una sola rete realizzata nel successo sul Milan da Goian. E i rosanero da quasi due mesi non segnano con una rete di un attaccante di ruolo. L’ultimo gol di una punta risale, infatti, al 6 febbraio, quando Hernandez ha segnato a Lecce nella vittoriosa trasferta al Via del Mare. Un quadro desolante. Il primo compito dettato da Zamparini sul diario di Cosmi era quello di registrare la difesa. L’ex tecnico del Perugia ha cambiato modulo, passando alla difesa a tre tanto cara al presidente ma i risultati non sono cambiati. Gli errori sono rimasti tali e l’ultimo spettacolo degli orrori difensivi è andato in scena proprio ieri nel derby. Se, però, prima gli stessi errori venivano parzialmente mascherati dalla fabbrica di gol chiamata Palermo, ora, con la fabbrica che ha chiuso le saracinesche, sono molto più evidenti. Non a caso, infatti, il tifoso ha sempre perdonato qualche leggerezza di troppo in difesa, perché riceveva quasi sempre in cambio spettacolo e gol. Se Cosmi, infine, era stato chiamato anche per le sue doti di motivatore, anche in questo frangente la sua missione a Palermo può definirsi fallita. Basta citare le parole di “senatori” dello spogliatoio come Cassani e Balzaretti, che ieri nella zona interviste del Massimino hanno dichiarato senza troppi giri di parole di aver perso la testa e di essere andati in tilt dopo il primo gol catanese.
A Delio Rossi, dunque, ora spetta l’arduo compito di rivitalizzare una squadra in caduta libera. Probabilmente il suo primo obiettivo, a quindici giorni dalla sfida di Coppa Italia al Milan che a questo punto vale una stagione, sarà quello di far tornare il sorriso e soprattutto di far tornare a giocare come sanno i giovani. Rossi, maestro delle giovani speranze rosanero, dovrà lavorare molto sui vari Pastore, Hernandez, Ilicic. Tutta gente che quando gli chiedi di Rossi, ti risponde che è l’allenatore che gli ha cambiato la vita. Rossi sa bene che queste frecce potrebbero essere decisive per la semifinale di Coppa e in questo momento sono frecce senza punta. 

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