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Miccoli manda un messaggio: il capitano c’è

“La Coppa Italia? Non la snobbiamo affatto. Vorrei alzare un trofeo con la maglia del Palermo”

PALERMO. Singolari coincidenze: con Fabrizio Miccoli in campo il Palermo vince. Non sempre ma spesso. Senza il capitano fatica. Come lo spieghiamo?
«Sarà solo una coincidenza...che vuoi che ti dica? Se lo dite voi che sono prezioso vuol dire che sarà vero».
 
Come sta il capitano?
«Non benissimo ma mi sto riprendendo, ho ancora un po’ di tosse però mi sento molto meglio».

Sei pronto anche per due partite di fila? Sabato il Brescia, martedì il Parma, pensi di poterle giocare entrambe?
«È chiaro che ho trent’anni ed ho i miei tempi di recupero. Però io giocherei sempre, volevo restare in campo con il legamento del ginocchio rotto, figuriamoci se mi fermo per un po’ di tosse. Però, è chiaro che poi le scelte le fa l’allenatore. In questo momento delicato però voglio mandare un messaggio».

Cioè?
«Che il capitano c’è. Il recupero del ginocchio procede bene anche se ho ancora qualche piccolo dolore, ma sono pronto».

Con Brescia e Parma due partite diverse, hai spesso detto che quest’anno la Coppa Italia ha un valore speciale.
«È vero, ho detto che vorrei alzare una coppa col Palermo e possiamo farcela. La partita di martedì sarà molto importante, però voglio giocare anche col Brescia».

Il pubblico palermitano resta «freddo» per la Coppa Italia. A Napoli col Bologna quarantamila spettatori, a Palermo col Chievo seimila...
«Teniamo conto che Napoli è molto più grande di Palermo e che si è giocato alle nove di sera, mentre a Palermo alle cinque e mezzo. Spero che martedì ci sia molta più gente».

Intanto il Brescia. Con le ultime della classe avete stentato. Bari, Brescia e Lecce senza mai vincere...
«Non facciamo retorica. Non abbiamo di questi problemi e non snobbiamo nessuno. A Brescia fu la seconda giornata e abbiamo avuto tantissime occasioni. Col Lecce abbiamo giocato sotto tono, a Bari l’arbitro è stato determinante. E poi abbiamo vinto a Cesena. Noi affrontiamo ogni avversario con lo stesso rispetto».

Hai accennato agli arbitri. Che fare?
«Io non credo a complotti contro il Palermo, anche se dopo quindici o sedici errori contro di noi un pensiero cattivo può anche venire. Noi giocatori non possiamo fare nulla, anzi l’unica cosa che non dobbiamo fare è innervosirci, perché peggioriamo la situazione. Dobbiamo restare tranquilli. Chi deve fare qualcosa è il presidente, ma vedo che ogni volta che parla è come un boomerang».

La moviola in campo risolverebbe i problemi?
«Non tutti, intanto inizierei a mettere cinque arbitri come in Europa League».

A Cagliari non c’eri, dove s’è sbagliato?
«Vedere la partita in tv non è lo stesso che stare in campo. Indubbiamente qualcosa s’è sbagliato».

Il cambio del modulo con una sola punta come ha modificato il tuo modo di stare in campo?
«Io non ho cambiato la posizione, perché me la vado a trovare sempre in base a quello che fanno anche i trequartisti. Però è chiaro che per le mie caratteristiche è meglio giocare con un attaccante forte fisicamente, come potrebbe essere Pinilla e come fu con Amauri».

Hai sentito che vorrebbe tornare a Palermo?
«L’ho sentito, non è una cosa facile anche se io penso che certe cose non si dicono mai solo per dirle».





Intanto c’è Pinilla...
«Ha tutto per diventare un grandissimo, lui sa giocare al calcio. Peccato tutti questi infortuni».

Ti aspettavi l’exploit di Cavani?
«In questi termini no, è stato anche un po’ fortunato. Ma Edy è molto bravo, sta giocando nella posizione che preferisce e quando vai a Napoli sei obbligato a dare qualcosa in più. Altrimenti lì non ti lasciano campare».

Invece Maccarone sta dando qualcosa in meno del previsto...
«Per me merita fiducia. Anche perché un bravissimo ragazzo. Non è facile rendere al massimo quando si gioca solo spezzoni di partita. Massimo ha 150 presenze in A, credo che potrebbe ancora darci una mano».

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