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Rossi: basta un attimo per distruggere tutto

Il tecnico rosanero ha elencato i risultati ottenuti dalla sua squadra nel 2010 e svela: "Dopo Napoli, ho detto al presidente che poteva mandarmi via se non aveva più fiducia in me"

PALERMO. Un foglio con tutti i numeri del Palermo che ripercorrono l’anno solare che si sta per chiudere, ma che per quanto riguarda il calcio italiano è già concluso. Ad averlo in mano oggi a Boccadifalco è stato Delio Rossi, che si è presentato con questo elenco di risultati, con il quale ha aperto l’ultima conferenza stampa dell’anno. «Appena sono arrivato nel novembre del 2009, mi avete chiesto un bilancio dopo appena una settimana. Era troppo presto. Ora a distanza di un anno, invece, ritengo sia arrivato il momento di farlo. Dal primo gennaio 2010 a oggi punti il Palermo ha totalizzato 66 punti dietro Roma Milan e a pari punti con l’Inter. Gol fatti 66 come il Milan. Età media dell’anno scorso, la penultima prima dell’Udinese. Quest’anno l’età media, invece, è la più giovane. Otto esordienti in Serie A, in Europa League, invece, undici. Cinque giocatori in Nazionale mai convocati. Squadra con meno espulsioni, due. Diciassette giornate fatte in questa stagione 2010/2011 e unica squadra a non avare avuto un rigore a favore. Questi sono i numeri del mio bilancio e ringrazio dopo un anno chi ha lavorato dietro le quinte». I numeri stanno lì, non ci sono se, non ci sono ma. Per dirla alla Delio Rossi, “carta canta”. Delio Rossi ha elencato questi numeri senza alzare i toni, ma era chiaro che era un modo per rivendicare il suo lavoro e quello del suo staff. La prima impressione è stata quella che il tecnico rosanero volesse rispondere con i numeri inequivocabili alle critiche degli ultimi giorni del presidente Zamparini, ma smentisce. «Questo non è un modo per rispondere alle critiche di Zamparini. Da quando sono arrivato, mi sono sempre ripromesso che non replicherò mai pubblicamente al mio presidente». Rossi, poi svela anche un retroscena che la dice lunga sul rapporto in questo momento non certo facile col proprio presidente. «Dopo Napoli ho pensato di lasciare Palermo? Ho solo detto al presidente che se non riteneva di avere la persona giusta, c’erano altri allenatori disposti a venire a Palermo». E poi avverte. «Per crescere ci vogliono degli anni, per distruggere un momento. Sono convinto che nel 2011 possiamo crescere ulteriormente. Faccio l’esempio della casa e penso che le fondamenta della casa Palermo siano solide. Ma ci vuole pazienza». Rossi, dunque, è convinto che il Palermo possa fare ancora passi avanti, ma non chiedetegli di fare previsioni o di stilare obiettivi. «Io non giro in mezzo alla gente. Però ho imparato una cosa: non bisogna prendere in giro le persone. Non sono mai stato abituato a vendere ciò che non ho, se non il mio lavoro. Se poi sono apprezzato questo fa piacere. Una persona deve essere messo in grado di lavorare, centrando gli obiettivi senza dichiararli». Rossi, inoltre, parla di suoi due gioielli. Si parte da Pastore, che ha dichiarato di avere rifiutato l’offerta del Barcellona. «Pastore ha rifiutato il Barça per restare un altro anno a Palermo? Io ci credo in quello che ha detto. Il Flaco potenzialmente è da squadre di questo genere, ma secondo me non è ancora pronto per una squadra simile. E non lo so in quanti altri avrebbero fatto questo ragionamento». A proposito di Pastore, non c’è nessuna incomprensione in campo tra il trequartista argentino e Ilicic, come ha detto Zamparini, secondo Rossi. «Non ho notato questa situazione, anche perché mi sembra che in campo i due ragazzi parlino la stessa lingua». Rossi si pronuncia anche su Hernandez. «Hernandez purtroppo si è infortunato ed è stato un peccato per il Palermo perché Abel era in rampa di lancio. Non sto dicendo, però, che sta mancando dal punto di vista comportamentale». Chiusura con l’ironia con i due nuovi arrivi dalla Slovenia, Andjelkovic e Kurtic. «Oggi hanno fatto il codice fiscale, hanno aperto il conto in banca. Quando li vedrò anche allenare, potrò dare un primo giudizio». 

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