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Rossi: "La rabbia diventi energia positiva"

Il tecnico rosanero si commuove leggendo una lettera scritta da alcuni tifosi: "Loro sono orgogliosi di questa squadra ed io la penso allo stesso modo"

Palermo. Tra rabbia e commozione. Sono questi gli stati d’animo mostrati da Delio Rossi nel corso della conferenza stampa di oggi al Tenente Onorato. Partiamo da un momento che tocca emotivamente il tecnico rosanero, quando gli viene letta una lettera da parte di alcuni tifosi dopo la partita di Genova. Nella lettera i tifosi dicono di sentirsi orgogliosi per ciò che sta facendo il Palermo. Orgoglio che i tifosi avranno per la propria squadra a prescindere dalla posizione finale in campionato. Delio Rossi non riesce a trattenere l’emozione, e i suoi occhi rossi e lucidi la dicono lunga sul suo stato d’animo. «Ciò che è stato scritto in questa lettera corrisponde a ciò che penso io sulla squadra», si limita a dire Rossi.
Prima di tutto ciò, però, il tecnico rosanero torna sulla gara di Genova, e lo fa col suo solito modo pacato, ma allo stesso tempo in modo pungente, non nascondendo la rabbia. «A Genova abbiamo subito un’ingiustizia – esordisce il tecnico -. Il nostro compito, però, è quello di continuare a lavorare e non di indignarsi. Chi si deve indignare sono i tifosi in maniera civile e chi ha visto la partita». Tutta la rabbia, però, secondo Rossi deve trasformarsi in qualcosa di positivo. «Bisogna trasformare la rabbia in energia positiva, per essere più forti anche dei torti subiti. Questa è la mia reazione e spero sia anche quella dei ragazzi. Piangersi addosso e fare le vittime non mi piace e non serve a nulla. Ciò, però, non significa che devo subire passivamente le ingiustizie e fare finta di niente. Dopo il nostro secondo gol – ha aggiunto Rossi – ho visto un’altra direzione arbitrale, con decisioni tutte a nostro sfavore anche quando avevamo ragione», afferma il tecnico rosa, che, però, chiarisce di non percepire complotti contro il suo Palermo.
Delio Rossi, in seguito, non nasconde il proprio disappunto sulle due giornate di squalifica a Cavani, reo di proteste a fine gara. «A fine partita, nonostante la mia amarezza per il risultato, sono andato in campo per fermare i miei, perché conosco i miei polli. Quando c’ero io non ho sentito dire da Cavani cose che giustificano una squalifica del genere. Stesso discorso vale per gli altri giocatori». E proprio perché conosce i suoi polli, come lo stesso Rossi definisce bonariamente i suoi giocatori, è stato proprio il tecnico a decidere per il silenzio stampa nell’immediato post gara di Genova, «perché volevo evitare che i ragazzi rilasciassero dichiarazioni rabbiose a fine gara». Nonostante l’episodio di mercoledì sera, la partita col Genoa ha dato ancora più consapevolezza al tecnico sulle potenzialità del Palermo da qui alla fine del campionato. «Non avevo bisogno della prova di Genova per capire ciò, ma ho ricevuto importanti conferme». E dopo appena due giorni di preparazione riprende la corsa Champions, e domani il Palermo sarà impegnato in casa col Bologna. «Stadio pieno domani sera? Preferisco la qualità alla quantità. La gente non deve venire con lo spirito di chi va a teatro», ha affermato Rossi. 

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