NAPOLI. E' stato fatto a pezzi e cosparso di acido il corpo di Vincenzo Ruggiero, l'attivista gay ucciso il 7 luglio nel Casertano, a cui al momento è attribuito il cadavere trovato ieri dai carabinieri di Aversa in una sorta di garage adibito ad autolavaggio nel quartiere Ponticelli di Napoli.
Reo confesso dell'assassinio per gelosia è Ciro Guarente, fermato sabato con l'accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Ruggiero è stato ucciso e poi sezionato: separata la testa e gli arti per essere poi seppellito più agevolmente. Particolari cruenti che aggravano la posizione dell'assassino il quale aveva anche detto agli inquirenti che il cadavere era stato gettato in mare.
Sul luogo del ritrovamento sono giunti anche i parenti di Ruggiero che però non sarebbero stati fatti avvicinare al cadavere, trovato sotto un pavimento del locale in un punto leggermente rialzato, di recente fattura.
Ad avvalorare l'ipotesi che il cadavere appartenga a Vincenzo Ruggiero sono alcuni importanti indizi: la madre di Ciro Guarente, che ha confessato di essere l'autore dell'omicidio, abita a cinquantina di metri dal garage dove è stato trovato il corpo; alcuni testimoni hanno ricordato di averlo visto più volte due giorni dopo l'omicidio, entrare e uscire dal garage; infine, il segnale del cellulare di Guarente la sera del 7 luglio, giorno dell'omicidio, porta verso il quartiere Ponticelli di Napoli e non a Licola dove il giovane aveva riferito di essersi liberato del cadavere.
Gli inquirenti della Procura della Repubblica di Napoli Nord, ora nutrono forti dubbi anche sulle modalità dell'omicidio che, secondo il racconto dell'assassino reo confesso, sarebbe avvenuto accidentalmente, durante una lite, nell'abitazione dove Ruggiero viveva con la trans contesa Heven Grimaldi. Sarà comunque l'autopsia a fare definitivamente luce sull'identità del cadavere trovato a Ponticelli. Intanto oggi, Ciro Guarente, sarà ascoltato dal gip di Napoli Nord, in occasione dell'interrogatorio per la convalida del fermo.
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