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Califfato e jihadisti, sunniti o sciiti: il labirinto di parole del nostro presente

Al-Baghdadi
Abu-Bakr al-Baghdadi, è il nome dell’autoproclamatosi Califfo. È il capo del cosiddetto Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, un'organizzazione del terrorismo fondamentalista attiva in Iraq e Siria. È sposato ed è alto un metro e sessantacinque. Dall'ottobre 2011 figura tra i tre terroristi maggiormente ricercati dal governo statunitense, che ha offerto per la sua cattura una taglia di 10 milioni di dollari. Faceva parte di Al Qaeda. È stato detenuto a Camp Bucca dal 2004 al 2009.

 

Al-Qaeda
In italiano «la base». È un movimento islamista sunnita paramilitare terroristico nato nel 1989. Fautore di ideali riconducibili al fondamentalismo islamico più oltranzista, impegnato in modo militante nell'organizzazione e nell'esecuzione di violente azioni ostili, sia nei confronti dei vari regimi islamici filo-occidentali definiti munafiqun (ipocriti), sia del mondo occidentale, definito sommariamente kufr (infedele). È stato guidato sino alla sua morte, avvenuta il 2 maggio 2011, dal miliardario saudita Osama bin Laden.

 

Al Nusra
O anche Jabhat al-Nusra, ossia “Fronte della vittoria del popolo di Siria” è affiliato al Al Qaeda. Formato alla fine del 2011, quando in Siria era già in corso la guerra civile, è stato qualificato “terrorista” dagli Stati Uniti alla fine del 2012.

 

Califfato
Geograficamente, per ora, coincide con lo Stato islamico: dall’Iraq alla Siria. Ma il progetto è di ripristinare un’unica autorità su tutto l’Islam: una sola figura che concentra potere religioso, in quando vicario del Profeta, e potere temporale. Il vecchio Califfato finì nel 1923, dopo quasi 13 secoli di vita.

 

Foreign fighters
Sono combattenti stranieri, cioè provenienti da territori esterni all’Iraq o alla Siria. Sono nati perlopiù in Europa e sostengono l’Islam radicale. Sarebbero in totale circa 20 mila. Provengono soprattutto da paesi nordafricani e mediorientali, tremila dalla sola Tunisia. E almeno altri tremila sarebbero i combattenti partiti dall’Europa. I principali Paesi di origine sono Regno Unito, Francia, Belgio e Germania. A questi si aggiunge la Russia, che conta circa 800 combattenti stranieri. Quelli provenienti dall’Italia sarebbero circa cinquanta.

 

Imam
È colui che ”guida la preghiera” all’interno della moschea. Sta davanti ai fedeli. Da un punto di vista strettamente religioso il termine indica anche una guida spirituale e per questo è lecito usarlo per i capi di movimenti politico-religiosi, come per esempio Khomeini.

 

Isis-Isil-Is
Significa Stato islamico (Is). Inizialmente veniva chiamato Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) o Stato islamico dell’Iraq e della Siria (Isis). È stato creato dalle milizie integraliste d’osservanza sunnita, profittando della rovina della Siria e della debolezza dell’Iraq. Il 13 ottobre del 2006 venne annunciata la fondazione del Dawlat al Iraq al-Islamiyah (Stato islamico dell’Iraq, Isi). Il 9 aprile 2013, dopo essersi espanso in Siria, il gruppo adottò il nome di Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Secondo le stime, l’Isis conta su un esercito di 50-60 mila uomini nel mondo provenienti da 83 Paesi diversi. Ha una propria economia basata sul contrabbando di petrolio e reperti archeologici. Proventi anche dalle estorsioni.

 

Jihad
La parola è araba ed esprime il concetto di «fare il massimo sforzo». Oggi il termine è utilizzato quasi esclusivamente come sinonimo di «guerra santa», ma ha pure risvolti individuali, nel senso dell’impegno interiore per attingere la fede perfetta. Si riferisce a una delle istituzioni fondamentali dell’Islam e compare in 23 versi del Corano, il testo sacro per i musulmani. Anche se si discute molto sulla sua vera interpretazione, negli ultimi decenni le scuole coraniche concordano sul fatto che il concetto di Jihad implichi una battaglia contro i persecutori e gli oppressori.

 

Jihadismo-jihadisti
È il nome usato per descrivere coloro che impugnano le armi e si dedicano alle attività combattenti e terroristiche. Invoca il principio-dovere islamico del jihad, alla luce - estremamente riveduta - del pensiero più radicale del cosiddetto ”Fondamentalismo islamico”.

 

Peshmerga
In lingua curda indica un combattente guerrigliero che intende battersi fino alla morte. Il nome è stato usualmente usato per una parte dei combattenti autonomisti e indipendentisti curdi in Iraq, appartenenti al Partito Democratico del Kurdistan. In particolare, Peshmerga è il nome ufficiale delle forze armate del Governo regionale del Kurdistan nella regione semiautonoma della parte irachena. Alcuni battaglioni della milizia peshmerga sono stati integrati nella Guardia nazionale irachena. Durante le guerre del Golfo hanno cooperato con le forze speciali dell’Alleanza contro Saddam Hussein, salvando vari piloti e incursori sul loro territorio.

 

Sunniti
Sono nettamente maggioritari nell’Islam (circa il 90%, quasi 1,4 miliardi di persone, più dei cattolici), ma sono minoritari in Mesopotamia. Il nome viene da sunna, in arabo ”consuetudine”, quella che c’era tra il profeta Maometto e i suoi compagni.

 

Sciiti
Sono la più numerosa minoranza islamica – ma sono maggioritari in Iran e nella Mesopotamia - e sono, originariamente, il ”partito di Ali”, ossia seguaci del cugino e genero del profeta Maometto, ai cui successori considerano riservata la guida dell’Islam. Lo scisma risale al 680 e attraversa, quindi, tutta la storia musulmana.

 

Salafiti
Il salafismo è una scuola di pensiero sunnita ispirata a modelli esemplari di virtù religiosa della tradizione islamica, che può offrire all’integralismo giustificazioni teologiche. Il movimento è anti-occidentale, ma porta in sé germi di rinnovamento dell’Islam.

 

Sharia
Significa ”la strada da seguire” e prescrive il comportamento che l’uomo e la comunità di fedeli devono seguire nei precetti religiosi e nella loro vita.

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