PALERMO. Quando sono arrivate le prime sei ordinanze di riabilitazione, nessuno si è insospettito. Quel documento è una porta di accesso alla pubblica amministrazione, ed è normale che venisse richiesto da precari che altrimenti rischiavano il posto. Ma poi, quando in poco più di una settimana sono arrivati almeno altri 50 provvedimenti simili, all’assessorato al Lavoro è scattato il segnale di allarme.
Da qui è nata l’ultima inchiesta che riguarda i Pip: falsi certificati per essere assunti. Secondo la denuncia presentata dall’assessore Bruno Caruso, i Pip avrebbero falsificato l’ordinanza di riabilitazione del Tribunale di Sorveglianza. E su questo dovrà indagare la Procura. Il caso nasce da lontano. Due anni fa l’assessorato ha avviato verifiche sui circa 3 mila precari che compongono il bacino dei Pip di Palermo.
Quasi seicento sono stati espulsi perchè avevano precedenti penali per reati gravi (incompatibili con un impiego nelle pubbliche amministrazioni) o perchè avevano redditi elevati che non giustiticavano un sussidio pubblico. In seguito con vari decreti e leggi molti di loro sono stati riammessi.
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