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Rubavano gasolio dalla fabbrica Eni, è giallo a Gela

GELA. Rubavano gasolio dalla fabbrica del colosso energetico Eni per alimentare alcune aziende agricole di contrada Bulala. Non si esclude che il carburante venisse rivenduto a prezzi particolarmente vantaggiosi anche in altre campagne del territorio gelese. A smascherare la presunta organizzazione criminale sono stati gli agenti del locale commissariato di polizia e gli uomini della guardia di finanza, entrati in azione alle prime luci dell’alba di ieri. Sono stati sequestrati cinque contenitori da mille litri ingabbiati in strutture metalliche, due serbatoi di plastica, un bidone da venti litri, un’imbarcazione open di sei metri e un pedalò. Su quest’ultimo natante, al momento del sequestro, era ancora adagiato un serbatoio.
Secondo una prima ricostruzione, gli inquirenti ipotizzano che il pedalò fungesse da ponte di collegamento per alleggerire i serbatoi della Raffineria. Sarebbe stata trovata anche una condotta in gomma direttamente a mare, mentre un’estremità era abbandonata nei pressi dell’area serbatoi del petrolchimico. I mezzi nautici e le cisterne sequestrate dalle forze dell’ordine erano custoditi su un terreno, il cui proprietario è stato denunciato all’autorità giudiziaria competente. I grossi recipienti venivano trasportati via mare, quasi sicuramente, con la barca sequestrata dalle fiamme gialle. Non trapelano ulteriori indiscrezioni sulla vasta operazione condotta congiuntamene da polizia e guardia di finanza. Alcuni dei serbatoi sequestrati, al momento dell’irruzione da parte delle forze dell’ordine, erano ancora pieni di gasolio. Per rimuoverli e trasferirli in un deposito protetto si è rivelato indispensabile ricorrere all’impiego di particolari mezzi di trasporto.
Le operazioni di sgombero e sequestro sul terreno di contrada Bulala sono andate avanti per alcune ore. Con esattezza, dalle cinque alle undici del mattino di ieri. Non si esclude che gli inquirenti decidano di indire una conferenza stampa per spiegare i dettagli dell’operazione sfociata in una denuncia all’autorità giudiziaria, nel sequestro di attrezzature utilizzate da una presunta organizzazione dedita al furto di gasolio dagli impianti della fabbrica del colosso energetico del cane a sei zampe. Bisognerà capire se tra gli autori dei furti di gasolio ci siano dipendenti della fabbrica.
Al momento attuale le indiscrezioni non vengono confermate dagli inquirenti che preferiscono mantenere il più stretto riserbo sull’operazione.
Il tratto di spiaggia di contrada Bulala da diversi mesi è al centro di indagini e di interesse da parte della soprintendenza al Mare, sia per i numerosi reperti di interesse archeologico rinvenuti nei fondali che per le discariche abusive a cielo aperto denunciate dalle associazioni ambientaliste che operano nel territorio.

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