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La polemica: «Il salotto buono di Niscemi ridotto a pollaio»

NISCEMI. «Piazza Vittorio Emanuele II, l'agorà di Niscemi, il salotto buono della città, una delle più belle piazze barocche del comprensorio, ridotta a un campo di concentramento o, a seconda del gusto, a un pollaio». Lo sfogo è di Salvatore Ravalli, direttore del Museo della civiltà contadina «Angelo Marsiano» e uno dei promotori col Lions Club del progetto di riqualificazione dell'Università di Palermo. A Ravalli piange il cuore a vedere lo spazio più rappresentativo della città occupato per quasi la metà da un recinto in rete metallica, dove durante questo mese si è svolto il lungo torneo interquartiere di calcio a cinque. L'altra metà della piazza è utilizzata da un vasto palco per le rappresentazioni previste per l'Estate Niscemese. In pratica, solo un paio di stretti "corridoi" sono stati lasciati al libero passeggio dei cittadini. «Una barbarie sotto ogni aspetto», critica Ravalli, che ha postato su Facebook un lungo album di foto che testimoniano lo scempio, suscitando lo sdegno dei frequentatori del social network. «Il luogo più rappresentativo della città - prosegue Ravalli - è stato trasformato in un letamaio. Una enorme piccionaia invade la metà della sua superficie e poi: chiodi conficcati sulla pavimentazione per l'ancoraggio dei gazebo, colla marca campo, grassi di bevande, gomme da masticare spiaccicate per terra, per non parlare dell'impressione negativa che prova chi ci viene a trovare. Signor Sindaco, per piacere non conceda più queste autorizzazioni, non facciamo tutti una bella figura».
Ravalli ricorda che la piazza è stata rivalutata grazie al progetto di riqualificazione prodotto dalla facoltà di Architettura dell'ateneo palermitano, diretto dal professore Francesco Asta, che ha istituito il corso di restauro urbano portando a Niscemi centinaia di studenti. «Ora invece - osserva Ravalli - trasformando la piazza in un campo di calcio, si è vanificata in parte quello studio». Secondo il direttore del museo contadino, c'erano altri slarghi da rivalutare per queste competizioni, come l'area di Sante Croci, dove sono state demolite le case distrutte dalla frana. «Ma a protestare - dice Ravalli - per lo sgorbio arrecato alla piazza sono solo io, mentre i tecnici niscemesi redattori del progetto tacciono. La piazza deve essere curata e tenuta pulita come il salotto delle nostre abitazioni. Porterò la mia protesta fino alla Soprintendenza ai Beni culturali, che tutela i monumenti architettonici presenti nella nostra piazza barocca». Non è stato possibile contattare il sindaco Francesco La Rosa per una replica.

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